Bici elettriche cinesi, la Commissione Ue avvia indagine antidumping
La risposta di Bruxelles dopo le proteste delle scorse settimane da parte dei produttori europei. Fioravanti: “Nel 2017 oltre 800mila e-bike dalla Cina. Servono dazi”
Poche settimane fa, i produttori europei avevano chiesto a gran voce misure per fermare il dumping. Adesso, la Commissione Ue ha deciso di aprire un'indagine sulle biciclette elettriche cinesi.
L'appello a Bruxelles era stato lanciato dal segretario generale dell'associazione europea dei fabbricanti di bici (Ebma), l'italiano Moreno Fioravanti: “Le importazioni di e-bike dalla Cina sono aumentate rapidamente e ora sono esplose", passando “da virtualmente zero nel 2010 a un livello che probabilmente supererà le 800mila nel 2017".
Il boom cinese
Nel 2016, secondo l'associazione, le e-bikes prodotte in Cina rappresentavano il 70% del mercato europeo. Nei primi sette mesi di quest'anno, il volume di importazioni avrebbe già superato quello dello scorso anno. Ricordando che i produttori europei nel 2016 hanno investito 1 miliardo di euro nello sviluppo di biciclette elettriche e sono all'origine delle più recenti innovazioni nel settore, Fioravanti ha chiesto alla Commissione di registrare le importazioni, di adottare misure anti-dumping urgenti, anche con dazi retroattivi, e di indagare su pratiche commerciali scorrette da parte di esportatori cinesi di e-bikes.
La risposta di Bruxelles è arrivata con l'avvio di una indagine anti-dumping. Azione accolta "con forte favore" dall'Ebma.