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Martedì, 16 Aprile 2024
Lavoro

Effetto gilet gialli: in Francia e Belgio calano i prezzi di diesel e super

Le proteste degli automobilisti contro il caro benzina hanno suscitato accese polemiche politiche, oltre a provocare disagi e scontri a volte violenti tra manifestanti e polizia

C'è chi dice che siano dei semplici cittadini arrabbiati. Altri sostengono che siano guidati da forze politiche populiste, come l'ex Front national (oggi Rassemblement national) di Marine Le Pen. Ma a prescindere dalle reali motivazioni alla base della protesta, il movimento dei gilet gialli che da giorni sta protestando sulle strade di Francia e Belgio contro il caro benzina un risultato sembra averlo ottenuto: nelle stazioni di servizio di quei Paesi i prezzi di diesel e super si sono sensibilmente abbassati.

Guardando ai dati di Carbu.com, sito in lingua francese specializzato nell'analisi dei costi della benzina nell'area francofona dell'Europa (Francia, Belgio e Lussemburgo), la flessione dei prezzi si vede a colpo d'occhio. Oggi in Francia, per esempio, per un litro di diesel si spende 1,463 euro: un mese fa, il costo raggiungeva 1,534 euro. La riduzione più significativa, pero', riguarda la super: la super95 è passata, sempre nell'arco di un mese, da 1,559 al litro a 1,459 euro, esattamente 10 centesimi in meno. Più o meno il calo della super98, scesa da 1,626 a 1,528 euro.

In Belgio, la contrazione dei prezzi della super nell'arco di un mese è stata ancora più netta: da 1,553 a 1,410 euro a litro per la super95, da 1,628 a 1,478 euro per la super98. Anche il diesel è in calo: oggi un litro costa 1,463 euro. Un mese fa era a 1,534.

Intanto, in Francia, dove tutto è partito dopo l'annuncio del governo di nuove tasse sui carburanti fossili, il presidente francese Emmanuel Macron tira dritto sulla sua strada: "Comprendo le paure dei cittadini ma non cedo alle violenze. Abbiamo fatto troppo poco sul clima", ha detto Macron presentando il suo piano per l'energia che prevede l'abbandono dei combustibili fossili, la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2022, lo sviluppo e il sostegno alle energie rinnovabili e pulite, con un mix di energia elettrica e solare, e la riduzione della quota di energia nucleare del 50 per centro entro il 2035: 14 dei 58 reattori attualmente operativi verranno chiusi entro il 2035. 

Per i gilet gialli, queste misure rischiano di gravare sui cittadini più poveri: “Posso capire e condividere questa paura, ma sarà fatto di tutto per sostenere socialmente questa transizione, così che l'ecologia sia un'ecologia popolare", ha assicurato Macron.

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