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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Corruzione: il governatore della Lettonia e membro del board della BCE in prigione. Mentre a Bruxelles si decide il vice di Draghi

Ore febbrili per la Banca centrale europea: Ilmar Rimsevics viene arrestato domenica dopo otto ore di interrogatori mentre oggi i ministri dell'eurogruppo scelgono il numero due di eurotower. Partita tra lo spagnolo De Guindos, favorito, e l'irlandese Lane, aperitivo alla battaglia per la poltrona di Draghi

La Bce si prepara al post Draghi: oggi i ministri dell'economia e della finanza della zona euro scelgono il nuovo numero 2 di eurotower, antipasto alla partita che si giocherà nei prossimi mesi per occupare la poltrona dell'italiano più potente in Europa. Ma nella riunione dei ministri si è infilato anche un invitato di pietra, scomodo ed inatteso, Ilmar Rimsevics, 52enne governatore della Banca centrale della Lettonia e da ieri agli arresti in patria sotto l'accusa di corruzione. Rimsevics è anche, ed ancora, membro del consiglio direttivo della stessa Banca centrale europea.

L'arresto di Rimsevics

L'arresto è arrivato dopo 8 ore di interrogatorio e una attenta perquisizione nel domicilio e nell'ufficio di chi da 16 anni è alla guida della Banca centrale lettone. È Rimsevics che ha accompagnato la Lettonia nell’euro, nonostante i dubbi della comunità internazionale — con la Francia in testa — sulla tenuta del suo sistema finanziario e dello stesso Paese baltico, afflitto da una profonda corruzione. Preoccupazione, quest'ultima, forse non del tutto peregrina. Comunque la Lettonia ce l’ha fatta e il primo gennaio di quattro anni fa ha adottato la moneta unica, diciottesimo Paese dell’area euro, seguita poi dalla Lituania.

Preoccupazioni sulla tenuta del Paese

Il primo ministro lettone Maris Kucinskis, nell’annunciare l’arresto di Rimsevics, ieri si è affrettato a rassicurare che "non ci sono segnali di possibili rischi per il sistema finanziario della Lettonia" e che il suo governo "garantirà che la Banca centrale della Lettonia adempierà pienamente e qualitativamente a tutti gli obblighi affidati all’istituzione". Già dal governo si levano, però, richieste di dimissioni, tanto dalla ministra delle finanze tanto dal collega dell'economia, preoccupati per l'immagine del paese. Ma le parole del legale di Rimsevics, che apostrofano l'arresto come "chiaramente illegale", non lasciano intendere l'intenzione del suo cliente di fare un passo indietro.

Gli avvertimenti dagli Usa

Nei giorni scorsi la Lettonia è finita nel mirino anche del Tesoro Usa, che ha vietato alle proprie banche di fare transazioni con ABLV, il terzo istituto di credito del Paese per dimensioni accusato di aver «istituzionalizzato il riciclaggio di denaro» e di aver intrattenuto rapporti con soggetti riconducibili allo sviluppo del programma missilistico della Corea del Nord.

La corsa al vice Draghi. L'Italia contro De Guindos, il favorito che vendeva titoli tossici

Lo scandalo lettone va a rendere più teso il clima in cui si gioca la delicata partita per rilevare il portoghese Vítor Costâncio come vice-Draghi. Se la giocano il ministro dell’economia spagnolo Luis de Guindos, il candidato favorito che ha il sostegno dall’asse franco-tedesco, ma che non avrebbe il voto dell'Italia, e il governatore della Banca d’Irlanda Philip Lane, apprezzato per le sue qualità di tecnico e indicato come l'uomo giusto dal Parlamento Ue. Per la Commissione economica dell'eurocamera lo spagnolo, che vanta esperienza come politico e banchiere d'affari, non ne avrebbe in ambito di politica monetaria. 

Su De Guindos da ricordare il suo ruolo come direttore di Lehman Brothers Spagna, il crack da cui è nata la peggiore crisi economico-finanziaria dagli anni 30 del secolo scorso.

Come si decide

La speranza è che ci sia da subito una maggioranza qualificata rafforzata (14 Paesi della zona euro che rappresentino almeno il 65% della popolazione) per formulare una raccomandazione che il vertice europeo di marzo dovrà poi appoggiare. De Guindo arriva al voto di oggi sereno e, soprattutto, contando sull'appoggio della Germania, che gli ha garantito il suo voto nella corsa alla vicepresidenza Bce in cambio della rinuncia in quella per la testa dell'Eurogruppo, finita al portoghese Centeno. Durante questo scambio, la Germania potrebbe anche essersi assicurata il sostegno spagnolo su Jen Weidmann, che corre per la poltrona più ambita, quella di Draghi.

Chi al posto di Draghi? Un falco o una colomba?

E qui si arriva proprio alla battaglia più importante, quella per la Presidenza della Bce, che scade nell'ottobre più importante, ma, intanto, la corsa per occuparla è già iniziata in ambito diplomatico. Il falco Weidmann sarebbe in vantaggio sul francese Villeroy de Galhau, economista vicino a Draghi. Un sondaggio realizzato dall'agenzia Bloomberg su 34 economisti ha incoronato il tedesco, ma non sono loro a votare.

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