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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Quante false verità nei supermercati, i Consumatori europei chiedono una normativa Ue sui profili nutrizionali dei cibi

Prodotti pieni di zinco, ferro e fibre, ma anche di zuccheri e grassi, uno studio della Beuc mette a nudo le informazioni fuorvianti contenute nelle etichette alimentari. Ci vuole una nuova norma Ue, insistono i consumatori. Ma a Bruxelles è battaglia tra chi vuole i semafori e chi no

Nei supermercati ci vogliono i semafori. A chiedere con decisione lo sblocco delle etichette con i profili nutrizionali è la Beuc, l'organizzazione dei consumatori europei. E lo fa con un nuovo rapporto in cui si dimostra, etichette alla mano, come sui nostri cibi abbondino le informazioni fuorvianti e quelle lacunose. Si va dal caso del cacao solubile in polvere che si vanta di essere ricco di 'ferro e zinco', che effettivamente fanno bene alla salute, ma che ha anche il 75% di zuccheri, che tanto bene non fanno, ai biscotti 'fonte di fibre' che però, oltre alle fibre, hanno pure oltre il 10% di grassi saturi.  

Con queste prove, l'organizzazione dei consumatori europei è tornata alla carica per chiedere l'intervento delle istituzioni Ue contro le indicazioni ingannevoli sulle confezioni degli alimenti e lo sblocco dei 'profili nutrizionali', che la Commissione avrebbe dovuto adottare nell'ormai lontano 2009. Si tratta di valori soglia per grassi, zuccheri o sale, superati i quali un prodotto non potrebbe vantare vantaggi nutrizionali o sulla salute. 

Lo studio dei consumatori europei

Durante l'ultimo mese la Beuc e 11 suoi membri locali, tra cui l'organizzazione italiana Altroconsumo, hanno monitorato i rispettivi mercati nazionali. E anche in quello italiano, spiegano da Altroconsumo, ci sono "molti prodotti che, utilizzando vari slogan, vantano benefici nutrizionali perché ricchi o arricchiti di vitamine, sali minerali o fibre ma che, allo stesso tempo, hanno un alto contenuto di zuccheri, grassi o sale. Questi slogan sulle confezioni confondono il consumatore e rendono più difficile una scelta consapevole".

"E' una situazione inaccettabile - aggiunge Monique Goyens di Beuc - delle regole esistono già, ma è evidente che non sono sufficienti, è tempo che l'Ue agisca adottando i profili nutrizionali".

Semafori sì, semafori no, la battaglia che ritarda la norma Ue

E qui si entra nella battaglia comunitaria. La Beuc vorrebbe di fatto che l'intera Ue introducesse il semaforo francese, il Nutri-Score, approvato per decreto l'ottobre scorso da Parigi. Un sistema che però si scontra contro il no risoluto dell'Italia, tanto del governo quanto di Coldiretti. E proprio l'associazione agricola, assieme a Federalimentare e alla federazione europea dei produttori di latte e formaggi, ha in programma per martedì prossimo un seminario al Parlamento Ue sul tema delle etichette alimentari

Un evento, si legge in una nota di Coldiretti, nato dalla necessità di agire contro "il diffondersi in Europa di sistemi di etichettatura a semaforo che rischiano di essere fuorvianti per le scelte dei consumatori e di colpire ingiustamente produzione di riconosciuta qualità". In sostanza perle del Made in Italy, come il Parmiggiano Reggiano o il Grana Padano. Lo slogan di Coldiretti è "a Bruxelles contro l'etichetta che inganna". La stessa però, che è la preferita dalle organizzazioni di consumatori europei. 

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