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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Glifosato nella pasta, l'Ue risponde al M5s: "Spetta all'Italia verificare ed eventualmente vietare vendita"

Il chiarimento di Bruxelles dopo la lettere dell'eurodeputata 5Stelle Rosa D'Amato, che dice: "Governo faccia chiarezza, in gioco la salute dei cittadini"

“Spetta alle autorità italiane competenti verificare” se il glifosato presente nel grano extra-Ue utilizzato per prodotti alimentari come la pasta che vengono venduti nel nostro Paese superi i limiti di concentrazione delle leggi europee. Se, a seguito dei controlli, si verificasse un caso del genere, allora l'Italia “deve proibire la vendita sul mercato dei prodotti alimentari interessati e attuare sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive”. E' quanto comunica il commissario Ue alla Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, rispondendo a una lettera dell'eurodeputata del MoVimento 5 Stelle, Rosa D'Amato. Nella lettera, D'Amato chiedeva di fare luce sulle segnalazioni relative alla presenza di tracce di glifosato in alcuni prodotti venduti sul mercato italiano, denunciando la mancanza di dati ufficiali da parte del governo. 

“La Commissione conferma quanto denunciamo da tempo – attacca D'Amato – Spetta al governo agire e deve farlo subito. Sappiamo tutti, per esempio, come diversi pasticifi italiani utilizzino il grano importato dal Canada e come questo grano, stando ai dati della stessa agenzia canadese, contenga nel 36,6% dei casi tracce di glifosato, spesso sopra i limiti di legge. Stiamo parlando di un erbicida che l'Oms ha classificato come potenzialmente cancerogeno. Qui in gioco c'è la salute dei cittadini”.

Per D'Amato, “la lettera dell'Ue conferma che l'Italia non sta facendo la sua parte e continua a nascondere i dati sulla presenza del glifosato nella pasta che finisce sulle nostre tavole. Nessun controllo in merito, infatti, è stato fatto dal ministero della Salute. Serve trasparenza e chiarezza, subito”.   

Glifosato nella pasta: bufala o realtà?

La vicenda è complessa e ancora oggi permangono una serie di dubbi sulla reale entità del rischio per la salute umana. Di fatto, ad alimentare questo clima di incertezza contribuisce anche il ministero della Salute, che, come lamenta  Rolando Manfredini, responsabile sicurezza alimentare di Coldiretti, "2016 ha diffuso un rapporto sui fitofarmaci, nel quale si attestava che nel grano canadese il limite era tre volte superiore a quello stabilito in Italia". 

Sempre Coldiretti denuncia i recenti controlli del ministero: "Con 7,65 miliardi di chili di cereali importati dall’estero nel 2016 scoprire che sono stati esaminati solo 25 campioni e che nessuna analisi è stata eseguita per il glifosato, dovrebbe essere motivo di preoccupazione per un Paese che è leader nella qualità e nella sicurezza alimentare". Soprattutto per quanto riguarda il famigerato grano canadese.

Di parere diverso sono, invece, i produttori del settore, come l'Aidepi, Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, che sottolinea: "Il Piano nazionale ministeriale per il controllo delle micotossine pubblicato il 18 settembre 2017, non ha rilevato irregolarità in alcun campione di grano importato analizzato". Come dire, mettendo da parte la questione del glifosato, il grano straniero utilizzato per la pasta italiana è sano. 

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