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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vaccini contro le bufale: cos'è vero e cosa falso nelle affermazioni di Di Maio e Salvini sul decreto Lorenzin

Divisi in campagna elettorale, ma uniti sul fronte anti-decreto Lorenzin, il leader 5Stelle e quello del Carroccio prendono di mira le 10 vaccinazioni obbligatorie: meglio il sistema volontario, l'Italia è l'unica al mondo e ci vogliono gli esami pre-vaccinali. Bufale o verità?

Rivali in campagna elettorale, ma uniti contro i vaccini obbligatori: Luigi Di Maio si allinea a Matteo Salvini e prende di mira il decreto Lorenzin. Una volta al governo "faremo una legge per raccomandare i vaccini: siamo a favore della raccomandazione e per l'obbligo, ma come era inteso prima del decreto Lorenzin", afferma il candidato pentastellato a Palazzo Chigi. Per non esser da meno Salvini va ancora più lontano: "l'Italia è l'unico Paese al mondo, non in Europa, al mondo, che per legge impone dieci vaccini obbligatori a tutti i bambini e senza fare delle analisi che escludano dei rischi per qualche bambino". L'altro argomento forte del leader del Carroccio è proprio quello degli esami pre-vaccinali: "secondo me è una follia, un regalo alle multinazionali del farmaco, vaccinare obbligatoriamente i bambini senza fare delle analisi che escludano dei rischi".

Tre domande da farsi

Il sistema pre-decreto Lorenzin, ossia quello della non obbligatorietà, è la soluzione migliore per l'Italia? L'Italia è veramente l'unico paese al mondo che per legge impone dieci vaccini obbligatori? E, infine, gli esami pre-vaccinali sono efficaci?

La situazione in Italia

L'ultimo anno per cui sono disponibili confronti europei, il 2014, l'Italia aveva un livello di copertura vaccinale nei bambini inferiore alla media, come testimoniano i dati della Commissione Ue. In particolare, spiega l'agenzia AGI, per quattro malattie infettive - difterite, tetano, pertosse e poliomielite - la copertura era al 94% a fronte di una media europea del 95,3%, mentre per altre due malattie infettive - rosolia e morbillo - il ritardo era decisamente maggiore: 86% di bambini vaccinati a fronte di una media europea del 93,3%.

Bruxelles sta lavorando da anni per accrescere le percentuali di immunizzazione tra i bambini nell'Ue, tanto che sempre nel 2014 è stato varato un piano d'azione per i vaccini a livello europeo, supportato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Nell'ottobre 2017, la stessa Oms ha pubblicato un documento nel quale spiega che per proteggere l'intera popolazione da epidemie di morbillo, la percentuale di persone immuni debba essere compresa tra il 93 e il 95 per cento. E' quella che si chiama "immunità di gregge": quando la quasi totalità della popolazione è vaccinata e quindi anche chi non si può vaccinare, come per esempio chi soffre di patologie che lo impediscono, gode di una sorta di protezione dalla malattia, grazie alla vaccinazione degli altri.

A rischio per morbillo e rosolia

Per questo, l'Oms pone come obiettivo di vaccinare da morbillo e rosolia il 95% dei nuovi nati. Come mostrano i dati, l'Italia nel 2014 si trovava 9 punti sotto la soglia di sicurezza, quindi in una situazione a rischio, come tra l'altro più volte sottolineato dalla Commissione Ue. Varie autorità sanitarie italiane e non avevano già sottolineato nel 2016, quindi prima che fosse varato il decreto Lorenzin nel 2017, che le coperture vaccinali fossero ulteriormente in calo. I dati più recenti per l'Italia, quelli del 2017 dell'Istituto superiore di sanità, mostrano come di fatto la situazione sia ancora ben al di sotto della soglia di sicurezza in molte regioni per quanto riguarda sia il morbillo sia la rosolia.

E qui si risponde a Di Maio, che voleva tornare al modello pre-decreto, quello volontario che ha portato l'Italia a finire dritta dritta in una situazione di rischio per morbillo e rosolia. 

E quella in Europa

Passiamo alla situazione in Europa. Già nel 2011 l'ECDC, l'European Center for Disease Prevention and Control, l'Agenzia Ue che si occupa proprio di studiare l'epidemiologia delle malattie infettive, fotografava la situazione a quell'anno per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie nei diversi Paesi. Nel 2011 la Lettonia aveva ben 14 vaccinazioni obbligatorie, Polonia e Ungheria 10 (nel frattempo in Ungheria sono diventate undici) e la Slovenia 9 appena sotto la soglia delle 10 indicata da Salvini.

Nel 2017 l'Italia è entrata nel gruppo delle 10 vaccinazioni mentre dal primo gennaio la Francia ne ha imposte una in più, 11. E già per quel che riguarda l'Italia sola in Europa, Salvini la spara grossa. Al momento sono 13 i paesi Ue che prevedono l'obbligo di vaccini, da un minimo di 4 a un massimo dei 14 lettoni, ma si sta lavorando per un'armonizzazione in sede comunitaria. Vediamo nel resto del pianeta.

In Australia il sistema 'Niente iniezioni niente soldi'

Se si guarda al mondo, in Australia il governo ha adottato dal 2016 un provvedimento noto come No Jab No Pay, ossia 'Niente iniezione niente soldi', che taglia i finanziamenti di assistenza alle famiglie che non vaccinano i propri figli, a meno che la mancata vaccinazione sia legata a motivazioni mediche. I vaccini non sono obbligatori per legge, ma chi non vaccina i propri figli rinuncia a circa 10mila dollari di sgravi e sussidi dallo Stato. Inoltre in alcuni Stati australiani si sta discutendo della possibilità di non far accedere alle strutture scolastiche e sanitarie chi non è vaccinato. L'Italia quindi 

Gli esami pre-vaccinali hanno senso?

Sul sito dell'Istituto superiore di sanità è scritto espressamente che "non esiste nessun test in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini". E in un documento dello stesso Istituto superiore di sanità si precisa che "al momento attuale i test prevaccinali sono l'ennesima illusione che viene fornita a genitori preoccupati per le possibili reazioni da vaccino". Un ulteriore articolo pubblicato sul sito VaccinarSi, voluto proprio dall'Iss insieme al Ministero della Salute, spiega in dettaglio perchè lo screening genetico sia un esame inutile prima della vaccinazione. Numerosi altri articoli sceintifici si sono già occupati della questione tutti sono concordi: ad oggi non esistono esami sicuri per determinare il rischio per un bambino di fronte alla vaccinazione. 

Esiste il vaccino contro le bufale?

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