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Sabato, 20 Aprile 2024
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Non siamo la Florida, ma anche in Europa c'è un problema: 6.700 morti per arma da fuoco e 67 milioni di pistole non registrate

Ogni anno 6.700 persone muoiono a causa di ferite da spari e ci sarebbero 67 milioni di pistole e fucili non registrati. Per questo Bruxelles ha approvato una stretta per migliorare il loro tracciamento e il divieto di utilizzo. Tra le proteste di alcuni Stati membri

Le cronache ci consegnano oggi un'altra strage negli Stati uniti: 17 morti in una scuola superiore della Florida, ennesimi figli del facile accesso alle armi. Nel fine settimana un gioielliere di Frattamaggiore uccideva un rapinatore. Due situazioni completamente diverse - e che non vanno nemmeno paragonate - ma che ripropongono entrambe alla ribalta il problema delle armi da fuoco, del loro accesso e dei limiti al loro utilizzo. Un problema che tocca anche il Vecchio continente, basta vedere ad un semplice dato: ogni anno nell'Ue le morti per arma da fuoco sono almeno 6.700, una cifra preoccupante anche se molto più bassa di quella degli Stati Uniti, dove annualmente muoiono circa 33mila persone.

Lo studio della Commissione

Uno studio esterno prodotto per la Commissione europea nel 2014 ha affermato che è difficile valutare la natura e la portata del traffico illecito di armi da fuoco nell'Ue a causa della sua natura nascosta ma si stima che potrebbero essere presenti circa 67 milioni di armi non registrate in Europa e che negli ultimi dieci anni il loro traffico illecito sia stato direttamente responsabile di almeno 10mila morti.

Lo studio individua anche le principali fonti di armi illegali nell'Ue indicando: la riattivazione di armi neutralizzate, furti e scassi, appropriazione indebita di armi legali, armi legali deviate sul mercato illegale, l'appropriazione di armi da fuoco 'pensionate' dal servizio militare o dalla polizia e la conversione di pistole a gas. Secondo la Commissione, le armi da fuoco sono state utilizzate in oltre 4mila suicidi ogni anno.

Quasi 80 milioni di armi in mano ai cittadini europei

Un rapporto del Flemish Peace Institute del 2015 su armi da fuoco e morti violenti in Europa stima che nel 2007 i civili in Europa disponessero di circa 79,8 milioni di armi da fuoco, una cifra altissima. Il rapporto afferma che attualmente sarebbero almeno 25 milioni di persone posseggono una pistola nell'Ue, e sono soprattutto gli uomini. Gli europei hanno soprattutto fucili (per esempio, fucili da caccia) e, in misura minore, pistole e revolver. In cifre assolute, si ritiene che un gran numero di queste armi da fuoco possano essere possedute in Germania (25 milioni) e in Francia (19 milioni), anche se alcuni paesi come la Finlandia, Cipro o Svezia hanno tassi di possesso di armi più elevati pro capite.

Secondo lo studio circa 6.700 persone nell'Unione europea muoiono ogni anno a causa di ferite da arma da fuoco e l'analisi dei dati da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per il periodo 2000-2012, citata nella relazione, mostra che quasi tre quarti di queste morti fossero suicidi mentre nello stesso periodo gli omicidi rappresentavano il 15% dei decessi. La relazione stabilisce anche una relazione diretta tra il possesso di armi da fuoco e il numero di morti sottolineando che in Paesi con più armi da fuoco avvengono generalmente di più morti. Una tesi che contraddice con i numeri le opinioni di chi, come Donald Ttrump, afferma che una strage come quella Sutherland Springs non abbia nulla a che fare con la semplicità con cui negli Stati Uniti si possono comprare armi.

Il mercato nero delle armi e la direttiva Ue

In Europa delle circa 81 milioni di armi presenti (pari a 15 ogni 100 abitanti), 67 milioni sono non registrate o detenute illegalmente. Per questo lo scorso aprile Bruxelles ha approvato delle leggi più stringenti per fermare questo mercato. La direttiva, che ora deve diventare operativa nel 28 Stati membri, classifica le armi da fuoco in quattro categorie (da A a D) e stabilisce le norme per il loro uso civile. Le armi da fuoco più pericolose, quelle della categoria A, possono essere di proprietà privata solo se sono state disattivate o in seguito a speciali droghe fornite da uno Stato membro.

Le armi da fuoco automatiche

Anche le armi da fuoco automatiche che sono state convertite in armi da fuoco semiautomatiche e le armi da fuoco semiautomatiche simili alle armi automatiche, ad esempio che hanno caricatori in grado di contenere più di 20 cartucce, sono ora classificate armi della categoria A e quindi proibite per l'uso civile. Per migliorare la tracciabilità delle armi si stabilisce un nuovo obbligo di marcatura anche di tutte le parti essenziali mentre per assicurare che la disattivazione sia reale si rende obbligatoria la loro classificazione nella categoria C, ovvero armi da fuoco soggette a dichiarazione, mentre prima queste ultime non erano sottoposte ai requisiti della direttiva e potevano “scomparire” dal tracciamento degli Stati.

Infine le nuove norme consentono alla Commissione di proporre l'istituzione di un sistema per lo scambio elettronico di informazioni tra Stati membri. Le informazioni riguarderebbero i casi in cui sia stato autorizzato il trasferimento di un'arma da fuoco verso un altro Stato membro e quelli in cui siano state rifiutate l'acquisizione e la detenzione di un'arma da fuoco.  

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