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Sabato, 27 Aprile 2024
Il rapporto

Come una tassa del 2% sui miliardari farebbe più ricche Italia ed Europa

Uno studio segnala che una patrimoniale su scala Ue porterebbe 40 miliardi all'anno da investire in sanità, istruzione e sviluppo industriale

In Europa vivono 499 miliardari. I loro patrimoni, nell’insieme, ammontano a circa 2.300 miliardi di euro. Ma a oggi, le tasse pagate su questa gigantesca ricchezza variano dallo 0 allo 0,5%. Basterebbe un’imposta uguale per tutto il Continente, di appena il 2%, per far arrivare nelle casse di 27 Paesi Ue introiti annuali pari a 40 miliardi di euro. Una cifra irrisoria per i miliardari, ma una fonte preziosissima di risorse aggiuntive per una Unione europea che proprio in questi mesi sta cercando di aumentare il suo bilancio per affrontare sfide come la guerra in Ucraina, le migrazioni e  la difficile transizione ecologica e digitale dell’economia. È quanto emerge da un rapporto dell’Osservatorio europeo sul fisco.

L'universo parallelo

Il rapporto parte da un dato di fatto: i miliardari in tutto il mondo vivono in una sorta di universo parallelo rispetto ai comuni cittadini, una zona grigia dove è possibile eludere le tasse nazionali, se non proprio evaderle. Le loro aliquote di imposta “variano dallo 0 allo 0,5% del loro patrimonio grazie all’utilizzo di società di comodo che gli permettono di sfuggire alla tasse sui profitti”, si legge nel documento.  

Dopo una serie di scandali legati all’evasione (spesso legalizzata) e ai paradisi fiscali, l’Unione europea ha lanciato una serie di contromisure che avrebbero dovuto colpire il fenomeno. Lo ha fatto  coinvolgendo anche i partner internazionali, perché, ricorda l’Osservatorio, la cooperazione su scala globale è fondamentale per evitare che miliardari e multinazionali sfruttino le differenze nei regimi fiscali tra un Paese e l’altro per sfuggire alle tasse.

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Lo scambio automatico di informazioni bancarie e l’imposta globale minima (o global minimum tax) sulle grandi imprese sottoscritta nel 2021 da 140 Stati in tutto il globo vanno proprio in questa direzione. Secondo l’Osservatorio, tali misure hanno funzionato, ma solo in parte. La minimun tax presenta numerose scappatoie. Tanto che nel 2022, la stima dei profitti delle multinazionali ‘parcheggiati’ nei paradisi fiscali è di ben 1.000 miliardi di dollari. “Le multinazionali Usa sono responsabili di circa il 40% dell’elusione globale dei profitti, e i Paesi europei continentali appaiono essere i più colpiti da questa evasione”, si legge sempre nel rapporto.

L'Italia generosa (coi più ricchi)

A loro volta, i Paesi Ue sembrano aver dimenticato gli impegni presi a Bruxelles, e la maggior parte di essi sembra competere per attrarre più miliardari possibili (nel nome degli investimenti) offrendo loro regimi favorevoli. I regimi sono essenzialmente tre, e consentono di pagare imposte bassissime sui redditi all’estero, su quelli domestici e sulle pensioni. L’Italia li ha tutti e tre, e si distingue in Europa, insieme alla Grecia, per essere il Paese più generoso con i suoi milionari. Secondo un calcolo dell’Osservatorio, questi regimi portano via al fisco italiano qualcosa come 480 milioni di euro all’anno di mancati introiti.

Ma l’Italia non è la sola a garantire sconti enormi sulle tasse di multinazionali e paperoni: i regimi agevolati sono presenti in 15 Paesi Ue di 27, e consentono a circa 263mila soggetti (per lo più ricchi contribuenti) di risparmiare nel complesso 7,5 miliardi di euro all’anno (che avrebbero potuto alimentare i bilanci pubblici).

La proposta dell'Osservatorio

Da qui, la proposta dell’Osservatorio di introdurre una tassa del 2% valida non solo in tutta l’Ue, ma su scala globale (per evitare l’effetto fuga di capitali di cui parlavamo prima). A livello mondiale, tale imposta consentirebbe di rimpinguare le casse dei governi con 235 miliardi di euro. In Europa arriverebbero 40 miliardi. All’anno.

Per avere un’idea dell’importanza di una tale forma di contribuzione fiscale aggiuntiva, si può fare riferimento alla recente proposta della Commissione europea di aumentare il bilancio dell’Ue per far fronte alle varie crisi in corso (Ucraina, energia, migranti, transizione industriale). Bruxelles ha chiesto di allargare il suo budget pluriennale con 75 miliardi di euro in più da spalmare da qui al 2027. Tassando i 499 miliardari europei, i governi Ue incasserebbero 160 miliardi nello stesso periodo. Due volte la posta richiesta da Bruxelles (che andrebbe poi a beneficio dei singoli Stati membri, in particolare di quelli che devono fare i conti con le ataviche ristrettezze di bilancio, Italia in testa).

Come dicevamo, l’Osservatorio propone di agire a livello mondiale come fatto per la minimum tax (e chiede anche ai governi di chiudere le scappatoie che stanno annacquando questa misura fiscale). Ma ricorda anche che l’Ue può cominciare ad agire da sola, senza attendere il resto del globo: “La cooperazione internazionale è sempre preferibile, ma gli accordi globali dovrebbero essere il punto di arrivo, e non quello di partenza”, si legge nel rapporto.

“In questo mondo niente è sicuro se non la morte e le tasse, diceva Benjamin Franklin. I miliardari non avranno ancora ottenuto l’immortalità, ma sono certamente diventanti più bravi nell’evitare le tasse”, scrive il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz nella sua prefazione al rapporto. È ora che questa elusione sia affrontata “in un momento in cui i governi devono consentire investimenti essenziali nell’istruzione, nella salute, nelle infrastrutture e nelle tecnologie”, conclude Stiglitz. 

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