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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervista

"Se l’Europa segue Lagarde tanti italiani e tante imprese finiranno in ginocchio"

L'eurodeputato di Fratelli d'Italia Nesci: "Sui tassi d'interesse scelta azzardata e penalizzante della Bce che frena la crescita, mentre serve una spesa pubblica orientata a creare sviluppo"

Per combattere l'inflazione la Banca centrale europea sta continuando ad alzare i tassi d'interesse, una "cura eccessiva" che finirà per "produrre effetti negativi sulla crescita" dell'Italia e che avrà "contraccolpi" pesanti su famiglie e cittadini del nostro Paese. Denis Nesci, eurodeputato di Fratelli d'Italia e membro della commissione Affari economici del Parlamento europeo, critica la strategia di Francoforte, sostenendo che alla crisi bisognerebbe rispondere con una "spesa pubblica orientata a investimenti capaci di creare sviluppo". Ieri era stato il presidente di Confindustria a lanciare una bordata contro Christine Lagarde, accusando la Bce di "seguire l'impostazione tedesca", chiedendo all'Europa di decidere se vuole fare politica industriale o se vuole farsi dettare la linea da Berlino.

Dalla Confindustria è arrivato un duro attacco alla linea della Bce sull'inflazione, è d'accordo con le parole di Bonomi?
"Condivido la critica sollevata sull’ennesimo rialzo dei tassi. È già da tempo che sostengo che l’aumento graduale e duraturo dei tassi di interesse da parte della Bce non sia la strada giusta da percorrere perché si tratta di una 'cura' eccessiva che rischia di produrre effetti negativi sulla crescita del nostro Paese. Un altro contraccolpo per famiglie e consumatori, costretti a subire gli effetti economici più immediati".

Il consiglio direttivo insiste che se non si riesce a sradicare l'inflazione ora, questa potrebbe radicarsi nell'economia, costringendo le politiche a rimanere rigide ancora più a lungo. Cosa si potrebbe fare secondo lei per evitare un ulteriore rialzo?
"Bisogna partire dal presupposto che l’inflazione che abbiamo in Europa, diversamente da quella americana, è un’inflazione da offerta, determinata dall’aumento dei costi delle materie prime e dall’improvviso calo di offerta dovuta a riduzioni della produzione per fattori esterni come la guerra in Ucraina e la pandemia di Covid 19. Per questo ci servono strumenti diversi per affrontarla".

Che tipo di strumenti?
"Da noi l’inflazione si deve contrastare non solo con interventi di politica monetaria finalizzati a ridurre la domanda, ma anche attraverso una spesa pubblica orientata a creare sviluppo. Invece questo continuo e costante aumento dei tassi, con tutte le conseguenze del caso, quali riduzioni dei consumi, calo degli investimenti, aggravio delle rate dei mutui e dei prestiti, rischia di mettere seriamente in ginocchio tanti italiani e tante imprese, in un momento dove invece bisognerebbe investire. Nella situazione economica e geopolitica in cui ci troviamo, una eccessiva politica monetaria restrittiva per il controllo dell’inflazione rischia di non essere pienamente efficace e potrebbe perfino comportare effetti recessivi che, soprattutto per l’Italia, potrebbe avere dei risvolti ancora più pericolosi dell’inflazione stessa. Per queste ragioni, trovo le scelte di Christine Lagarde assolutamente azzardate e penalizzanti per l’intero sistema Paese. Occorre stabilità, ma anche e soprattutto crescita".

Con la nomina di Fabio Panetta alla guida di Bankitalia il nostro Paese perde il suo componente al Consiglio direttivo della Bce. Ah fiducia che il suo successore sarà un altro italiano? Non crede ci sia il rischio che adesso si possa avere una colomba in meno dove vengono prese decisioni importanti come quella sull'inflazione?
"Sulla successione di Panetta ci sono delle discussioni in atto e la decisione finale spetterà al Consiglio europeo che delibererà a maggioranza qualificata, previa consultazione del Parlamento europeo. Noi cercheremo di individuare un profilo che sia altamente qualificato e che abbia la giusta esperienza per questo ruolo".

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