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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso

La Fiat potrà continuare a pagare (poche) tasse in Lussemburgo

La Corte di giustizia europea dà ragione alla casa automobilistica italiana. Rabbia di Bruxelles: "Sconfitta per equità fiscale"

La Fiat non dovrà pagare 30 milioni di euro che secondo una sentenza del Tribunale Ue del 2019 la casa automobilistica italiana avrebbe dovuto versare al Lussemburgo. Stando alla Commissione europea, un accordo del 2013 col Granducato aveva consentito a Fiat Chrysler Finance Europe di eludere le norme comunitarie sugli aiuti di Stato, pagando di fatto meno tasse, e per questo Bruxelles aveva chiesto il recupero di tale somma. I giudici europei di prima istanza avevano dato ragione alla Commissione. Ma la sentenza di appello, emessa dalla Corte di giustizia dell'Ue, ha ribaltato il verdetto.

La Corte, si legge in un comunicato, ha deciso di annullare la decisione della Commissione dopo aver constatato che "l'analisi dell'esistenza di un vantaggio selettivo concesso alla Fiat Chrysler è errata".  La sentenza non è andata giù alla vicepresidente dell'Esecutivo Ue, nonché responsabile per l'antitrust, Margarethe Vestager, che l'ha definita "una grossa sconfitta per l'equità fiscale". Per anni, Vestager ha condotto una serie di battaglie contro i cosiddetti 'ruling fiscali', ossia accordi vantaggiosi sottoscritti bilateralmente tra multinazionali e Stati membri per abbassare il carico fiscale. Secondo un report del 2020 del Tax justice network, grazie a questi accordi il Lussemburgo e l'Olanda avrebbero sottratto al resto dei Paesi Ue entrate fiscali pari a 22 miliardi in appena due anni (2016 e 2017). Di questi, 4 miliardi sarebbero stati elusi al fisco italiano. La Fiat è tra le multinazionali che ha consolidato i rapporti con Amsterdam e Granducato: con Fca aveva spostato la sede amministrativa in Olanda, con una sussidiaria, Fiat Chrysler Finance Europe, in Lussemburgo. Le due sedi sono rimaste anche con il passaggio a Stellantis.

Vestager ha assicurato che la Commissione "si impegna a continuare a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire che la concorrenza leale non venga distorta nel mercato unico attraverso la concessione da parte degli Stati membri di agevolazioni fiscali illegali alle società multinazionali. Il lavoro della Commissione, sia sull'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato che sull'agenda più ampia in materia fiscale, sta dando risultati che vanno al di là delle singole decisioni sugli aiuti di Stato. Alcuni Stati membri hanno modificato la loro legislazione fiscale. Molti Stati membri hanno incorporato le norme dell'Ocse e introdotto pratiche di ruling per affrontare le lacune e garantire una maggiore equità fiscale. Abbiamo già compiuto molti progressi a livello nazionale, europeo e globale e dobbiamo continuare a lavorare insieme per avere successo", ha concluso.

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