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Sabato, 27 Aprile 2024
La mossa di Francoforte

Dalla Bce rialzo record dei tassi d'interesse, e non sarà l'ultimo: cosa succede ora

Lagarde: "Rischio recessione con tagli al gas e razionamenti". Timori per gli effetti sul debito pubblico dell'Italia

Il rialzo dei tassi d'interesse più grande della storia della Banca centrale europea, che potrebbe mettere nei guai la stabilità dei conti dell'Italia. Riassumendo, è questa l'analisi che fa il quotidiano Politico nel commentare la decisione della Bce di elevare i tassi di interesse di ben 75 punti base (lo 0,75%) per rispondere all'inflazione e proteggere l'Euro. Un aumento che segue quello fatto a fine luglio, quando il rialzo era stato dello 0,5%. E che potrebbe venire rilanciato a breve. 

"Il Consiglio direttivo - scive la Bce in una nota - prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, perché l'inflazione rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra dell'obiettivo (il 2%, ndr) per un lungo periodo". Secondo la governatrice Christine Lagarde, il costo della vita "potrebbe aumentare ulteriormente nel breve termine". E questo a causa della "impennata dei prezzi di energia e generi alimentari", della "pressioni sulla domanda in alcuni settori" e delle "strozzature dell'offerta", a cui aggiungere la debolezza dell'Euro, che sta esacerbando la situazione. 

Alzare i tassi, dunque, è lo strumento che la Bce continuerà a perseguire per proteggere la moneta unica e contrastare l'inflazione. Del resto, a Francoforte si parla di "normalizzazione" dei tassi: il nuovo livello raggiunto oggi è lo stesso che era in vigore 11 anni fa nell'Eurozona. Ma c'è chi ricorda anche i 4,25 punti registrati sotto un altro governatore francese, Jean-Claude Trichet. Il margine per ulteriori aumenti è dato anche dalle previsioni economiche della Bce.

Secondo le stime aggiornate, l'inflazione dovrebbe raggiungere una media dell'8,1% nel 2022, del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2024. L'economia dell'Eurozona, invece, dovrebbe crescere del 3,1% nel 2022, dello 0,9% nel 2023 e dell'1,9% nel 2024. Si tratta dello scenario più ottimistico, però, che non contempla i rischi di uno stop alle forniture di gas dalla Russia e di un conseguente razionamento di gas ed elettricità a famiglie e imprese da parte degli Stati europei: in questo caso, dice Lagarde, ci sarebbe "una crescita negativa nel 2023". Ossia, la recessione. 

Come sta già succedendo da settimane, i nuovi tassi della Bce, che entreranno in vigore a partire dal 14 settembre 2022, porteranno a un aumento dei tassi di interesse di mutui e prestiti. Inoltre, ci sarà un'inevitabile contrazione degli investimenti, dopo il boom degli anni del "bazooka" di Mario Draghi. Ma il problema maggiore è che la risolutezza mostrata da Francoforte nel rialzare i tassi in breve tempo rischia di aprire una nuova crisi del debito. 

Per i Paesi a più alto debito pubblico, in primis l'Italia, la nuova politica della Bce potrebbe comportare problemi sul fronte della stabilità dei conti, con un allargamento dello spread. Non a caso, Lagarde si è detta pronta ad attivare il Tpi, il cosiddetto scudo anti-spread che la Bce ha messo a punto proprio in previsione dell'aumento dei tassi d'interesse e dello stop al programma di acquisto titoli lanciato da Draghi.

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