La sinistra e l’Ue: viaggio nel “popolo diviso”
Gli euroscettici non sono soltanto a destra, dove siamo abituati a trovarli. La crisi dell’Ue ne ha prodotti anche sul fronte opposto, dove sono in realtà sempre esistiti, ma rimasti a lungo minoritari.
Accanto ai più duri degli euroscettici e populisti, sempre a sinistra, esiste un variegato e più ampio schieramento che manifesta critiche nei confronti dell’Europa dell’austerity. E anche se non si spinge a dire che bisogna uscire dall’Unione - come invece ha fatto almeno in passato il “populista rosso” Jean-Luc Mélenchon -, solleva critiche sostanziali al modello europeista finora seguito da Bruxelles.
Potrebbe trattarsi di critiche costruttive che aiutano a riformare quell’Ue che piace sempre di meno?
Sarebbe bello che fosse così. C’è un solo problema: l’elaborazione teorica della sinistra, storicamente profonda e accurata, manca anche questa volta dell’elemento unificatore.
Le proposte politiche sono tante e diverse, ed è difficile capire come, marciando disuniti, si possa ottenere un impatto efficace per cambiare l’Ue.
Soprattutto quando sovranità e populisti anti-Ue si fanno sentire eccome.
In questa puntata del nostro podcast abbiamo cercato di capirne di più, ascoltando alcune voci importanti della sinistra europea: dall’eurodeputata Eleonora Forenza (Prc-Gue), al co-fondatore con Yanis Varoufakis di Diem 25 Lorenzo Marsili, fino al capogruppo dei Verdi all’Eurocamera Philippe Lamberts.
Buon ascolto!
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