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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Redazione

La sinistra e l’Ue: viaggio nel “popolo diviso”

Gli euroscettici non sono soltanto a destra, dove siamo abituati a trovarli. La crisi dell’Ue ne ha prodotti anche sul fronte opposto, dove sono in realtà sempre esistiti, ma rimasti a lungo minoritari. 

Accanto ai più duri degli euroscettici e populisti, sempre a sinistra, esiste un variegato e più ampio schieramento che manifesta critiche nei confronti dell’Europa dell’austerity. E anche se non si spinge a dire che bisogna uscire dall’Unione - come invece ha fatto almeno in passato il “populista rosso” Jean-Luc Mélenchon -, solleva critiche sostanziali al modello europeista finora seguito da Bruxelles. 

Potrebbe trattarsi di critiche costruttive che aiutano a riformare quell’Ue che piace sempre di meno? 

Sarebbe bello che fosse così. C’è un solo problema: l’elaborazione teorica della sinistra, storicamente profonda e accurata, manca anche questa volta dell’elemento unificatore. 

Le proposte politiche sono tante e diverse, ed è difficile capire come, marciando disuniti, si possa ottenere un impatto efficace per cambiare l’Ue. 

Soprattutto quando sovranità e populisti anti-Ue si fanno sentire eccome. 

In questa puntata del nostro podcast abbiamo cercato di capirne di più, ascoltando alcune voci importanti della sinistra europea: dall’eurodeputata Eleonora Forenza (Prc-Gue), al co-fondatore con Yanis Varoufakis di Diem 25 Lorenzo Marsili, fino al capogruppo dei Verdi all’Eurocamera Philippe Lamberts

Buon ascolto!

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