Weah: “Oggi corro per la presidenza della Liberia. Berlusconi? Non lo sento da tempo”
L’ex milanista, primo e unico africano a vincere il Pallone d’Oro, a Bruxelles per una serie di incontri in vista delle elezioni del 10 ottobre
La politica l’ha cominciata a praticare subito dopo aver appeso le scarpette al chiodo. E adesso, dopo quasi 10 anni di gavetta e qualche delusione, sembra avere le carte in regole per diventare il prossimo presidente della Liberia. Lui è George Weah, stella del Milan negli anni Novanta e primo (a al momento unico) calciatore africano ad aver vinto il Pallone d’Oro.
La carriera politica e la rincorsa alla presidenza
Le elezioni si terranno il prossimo 10 ottobre e, secondo i sondaggi, Weah, che è leader del principale partito di opposizione, potrebbe riuscire a essere il successore dell’attuale capo di Stato, la premio Nobel Ellen Johnson Sirleaf. Non è la prima volta che l’ex attaccante rossonero prova a conquistare la massima carica del suo Paese: lo fece nel 2005, da quasi debuttante nell’agone politico e due anni dopo la fine della sanguinosa guerra civile che sconvolse la Liberia. Fu sconfitto proprio dalla Sirleaf. Sei anni dopo, nel 2011, provo’ a farsi eleggere vicepresidente, ma non ottenne abbastanza voti. “Ma oggi sento che è la volta buona”, dice seduto su una panchina nel corridoio centrale del Parlamento europeo di Bruxelles, dove lo abbiamo incontrato.
La "missione" a Bruxelles e Parigi
Tra i selfie con fan di lungo corso e scambi di battute con qualche deputato, Weah spiega le ragioni della sua candidatura e della sua presenza a Bruxelles: “L’Africa ha bisogno di leader onesti e per questo mi candido. Ma ha bisogno anche del sostegno della comunità internazionale, a partire dall’Europa. Del resto, con l’Europa abbiamo tante sfide comuni, come la lotta al terrorismo, lo sviluppo sostenibile e il commercio”. Ecco perché, a poche settimane dal voto, ha deciso di interrompere la campagna elettorale e fare un salto nel cuore del Vecchio Continente: prima un un incontro a Parigi con il responsabile dell'Africa del governo francese, Franck Paris, e poi a Bruxelles per una serie di colloqui, pare, stando all’Afp, anche con esponenti della Commissione europea. Lui sui dettagli preferisce sorvolare: “Qui ho tanti amici che possono aiutare la Liberia e per questo sono venuto a incontrarli”.
I rapporti con Berlusconi
E l’Italia? “Il Milan e il vostro Paese saranno sempre nel mio cuore, è in Italia che sono diventato un grande campione conosciuto a livello internazionale”. Inevitabile, la domanda sul suo vecchio presidente, Silvio Berlusconi. Domanda che pero’ liquida con un secco “non lo sento da tempo, ma se mi vuole sentire puo’ chiamarmi”.