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Sabato, 20 Aprile 2024
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Dopo 100 decreti in un mese l'Ungheria valuta stop ai pieni poteri a Orban. Budapest: "Calunniatori chiedano scusa"

Con lo stato d'emergenza per il coronavirus, l'esecutivo magiaro ha governato a suon di decreti, tolto soldi ai comuni amministrati dall'opposizione e minacciato il carcere a chiunque pubblicasse notizie sgradite

Il governo ungherese guidato da Viktor Orban ha affermato di voler presto porre fine al controverso stato di emergenza, definito da critici e oppositori come la prima dittatura dell'Unione europea. L’accentramento di poteri era stato introdotto da Budapest per contrastare in maniera efficace il contagio di coronavirus. 

Stop ai pieni poteri

La ministra alla Giustizia, Judit Varga, ha annunciato che proporrà al Parlamento ungherese di porre fine il 20 giugno ai poteri di emergenza nelle mani dell’esecutivo. A destare la preoccupazione delle opposizioni e delle associazioni in difesa dei diritti civili al momento dell’approvazione del decreto era anche il fatto che tale atto non indicasse una data di scadenza per il ritorno alla normalità. 

La legislazione d'emergenza

“Ci aspettiamo che coloro che ci hanno attaccato con ingiuste accuse politiche si scusino per aver condotto una campagna di calunnia”, ha scritto su Facebook la ministra, aggiungendo che la legislazione di emergenza sul coronavirus è stata portata a termine in Ungheria prima che in molti altri Paesi europei. Il Parlamento, in cui il partito Fidesz di Orban detiene la maggioranza dei due terzi, ha assegnato al primo ministro il potere di governare a suon di decreti che non prevedono l’approvazione parlamentare. L'opposizione si era offerta di sostenere le misure se il Governo avesse incluso una clausola di scadenza o un limite di tempo, ma Orbán ha rifiutato.

Opposizione interna e posizione dell'Ue

"Faceva parte della strategia del Governo per la pandemia di creare e provocare uno scontro diretto con l'opposizione", ha detto la scorsa settimana il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, vincitore a sorpresa delle ultime elezioni dove ha battuto lo sfidante sostenuto dal leader magiaro. Ad aprile, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che definiva le misure ungheresi “incompatibili con i valori europei”. Ai rimproveri degli eurodeputati sono seguite le dichiarazioni della vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourová, che ha descritto le leggi ungheresi come “molto inquietanti”, senza però prendere provvedimenti in proposito. 

Decreti e indagini

Da aprile ad oggi sono stati emessi più di 100 decreti, uno dei quali ha privato a tutti i comuni guidati dall'opposizione del potere decisionale e di risorse finanziarie. Un’altra misura controversa prevede pene detentive per la diffusione di informazioni ritenute false dall’esecutivo. Anche se nessun caso è ancora arrivato di fronte a un giudice, la polizia ha avviato oltre 100 indagini e che in alcuni casi hanno coinvolto cittadini, attivisti e politici dell’opposizione che avevano pubblicato o condiviso su Facebook post critici nei confronti di Orban.

Lotta al coronavirus

La ministra Varga, rispondendo alle accuse, ha affermato che la legislazione di emergenza ha permesso al Governo di “agire rapidamente ed efficacemente contro la pandemia”. Gli ultimi dati rimportano che in Ungheria un totale 3.771 casi accertarti di coronavirus e 499 decessi, un numero basso rispetto ai Paesi dell'Europa occidentale.

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