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Giovedì, 28 Marzo 2024
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“Svastiche? Vi abituerete”. Giapponesi dicono ‘no’ alla censura del simbolo durante Tokio 2020

Gli organizzatori dei Giochi olimpici estivi non nasconderanno il simbolo che, per oltre 2 miliardi di persone, significa pace, prosperità e buona fortuna

Chi ha in mente di recarsi a Tokio in occasione dei Giochi olimpici di quest’estate farebbe bene a ripassare la storia della svastica, divenuta nota nel mondo occidentale come simbolo nazista, ma le cui radici risalgono a circa 5000 anni fa. A seguito di una consultazione pubblica, gli organizzatori dei Giochi hanno infatti deciso di non censurare quello che per 2,3 miliardi di persone è un simbolo di pace, buona fortuna e prosperità. L’ipotesi di nascondere la svastica si era fatta strada per il timore che i tanti sportivi e turisti provenienti dai Paesi occidentali non avrebbero apprezzato la presenza del simbolo che nel ventesimo secolo ha rappresentato guerre e sterminio razziale.

Il simbolo religioso

In forza della decisione dei cittadini, persino le mappe della capitale giapponese che verranno distribuite ai turisti riporteranno il controverso simbolo per indicare i tanti templi buddisti sparsi per la città, luoghi di culto per oltre 45 milioni di giapponesi. Una grande vittoria per il monaco buddista Toshikazu Kenjitsu Nakagaki, che da oltre trent’anni lotta dagli Stati Uniti per riscattare la reputazione del simbolo

Le origini

“Se riuscissi a convincere solo l’1% (degli occidentali, ndr), sarebbe un successo”, dice il monaco che ha appena pubblicato un libro del titolo “La svastica buddista e la croce di Hitler”. Già, perché le radici del simbolo hanno tutt’altro significato da quello attribuitogli dal Terzo Reich. L'emblema sacro secondo il buddismo, l’induismo, il giainismo e l’odinismo, registra le sue prime apparizioni - sotto forma di croce di due ganci intrecciati - ben 5000 anni fa nelle valli dell’Indo. La parola 'svastica' deriva dalla lingua sanscrita e significa “buona fortuna” o “benessere”. I suoi usi religiosi e laici si moltiplicarono nel corso della storia, tanto che la si può trovare in tutta l’Asia.

Un simbolo senza confini

Il simbolo viaggiò in tutto il mondo molto prima dell’età moderna. Gli scavi archeologici condotti nel continente americano collocano l'arrivo della svastica oltreoceano molto prima della “scoperta” di Cristoforo Colombo: gli indigeni la timbrarono su navi, tappeti, vestiti e persino gioielli.

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