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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ennesima strage di migranti in mare, Ue: “Impedire i viaggi ma avanti coi salvataggi”

In un naufragio al largo delle coste della Libia sarebbero morte circa 150 persone. Bruxelles: “Servono accordi per la redistribuzione di chi arriva”

Il naufragio avvenuto ieri al largo delle coste libiche "ci ricorda in modo tremendo i rischi che ancora affrontano le persone che intraprendono questi viaggi pericolosi verso l'Europa", viaggi che vanno "prevenuti", anche se deve essere contemporaneamente continuato il lavoro "cruciale" di salvare vite in mare. Lo dice la vice portavoce capo della Commissione Europea Natasha Bertaud, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

Il naufragio

L'incidente, secondo quanto riportato da diversi media internazionali e dall'Unhcr, sarebbe avvenuto circa 120 km a est di Tripoli, e potrebbe aver provocato oltre 100 morti tra i migranti a bordo di due imbarcazioni che si sono rovesciate in mare aperto (l'agenzia Onu teme che i morti siano circa 150). "Abbiamo seguito quello che è successo - continua la portavoce - ogni vita persa è una di troppo. Il nostro scopo è sempre stato quello di prevenire la perdita di vite in mare. Continueremo gli sforzi tesi a fare in modo che questi viaggi pericolosi non avvengano, anzitutto, e a proseguire il lavoro salvavita delle quattro operazioni marittime dell'Ue che hanno salvato molte vite dal 2016 ad oggi".

La redistribuzione

Il naufragio ricorda anche, sottolinea infine la Bertaud, che "nel Mediterraneo servono con urgenza accordi prevedibili per la distribuzione dei migranti" sbarcati dopo operazioni di ricerca e soccorso in mare, in modo da fornire una "maggior visibilità" ai soggetti che fanno nel Mediterraneo "il lavoro cruciale di salvare vite".

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