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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Quei sovranisti che voltano le spalle all’Italia (sull’austerity)

Austriaci, alleati della Lega, e tedeschi, oggi nel gruppo europeo dei 5 stelle, continuano a criticare le politiche economiche del governo gialloverde. Mentre i polacchi del PiS e gli ungheresi del partito di Orban, con cui Salvini cerca un’intesa dopo il voto di maggio, hanno sempre promosso le misure Ue pro-rigore

“Ci libereremo dalla crisi solo se esisteranno sanzioni chiare verso i membri che creano indebitamento. Tutti dobbiamo lavorare per ridurre il nostro rapporto deficit/Pil e rispettare le regole del Patto di stabilità”. E’ un messaggio chiaramente diretto all’Italia quello che il premier austriaco Sebastian Kurz ha rivolto nel corso di un’intervista alla Stampa. Parole che non dovrebbero sorprendere più di tanto, visto che il leader di Vienna si è sempre espresso a favore delle politiche austerity. Quello che colpisce, semmai, è che la sua linea è più che condivisa dal principale alleato di governo, l’Fpo, partito di destra che a Strasburgo siede al fianco della Lega e che dovrebbe contribuire a creare quel fronte sovranista anti-establishment e anti-austerity cui mira Matteo Salvini per conquistare il timone dell’Ue. 

Peccato che sull’austerity, le divisioni interne a questo variegato fronte sono nette e profonde. E a dirla tutta, il pendolo del sovranismo pende più verso le politiche di rigore, come dimostrato anche dalle norme in materia discusse e votate di recente al Parlamento europeo. 

Si prenda il caso dell’AfD, il partito tedesco che oggi siede nel gruppo del M5s e che nella prossima legislatura dovrebbe allearsi con la formazione di Salvini e Marine Le Pen. A ottobre, quando il governo gialloverde presento’ la prima bozza della manovra, la leader dell’AfD, Alice Weidel, disse senza mezzi termini: “La folle manovra degli italiani è a spese della Germania: perché dobbiamo pagare noi per i ricchi italiani?”. Un concetto ribadito più tardi dall’uomo che con Salvini sta lavorando per la costruzione del nuovo gruppo europeo, Jörg Meuthen,  candidato di punta alle Europee dell’AfD: “Il rispetto delle regole del Trattato di Maastricht (tradotto, fiscal compact e tetti a deficit, ndr) è fondamentale per garantire la stabilità dell’Euro. Altrimenti non può funzionare”.     

Una posizione che trova consensi in altre formazioni politiche legate all’Enf, il gruppo attuale di Salvini e Le Pen a Strasburgo, come per esempio gli olandesi guidati da Geert Wilders. E che fa proseliti anche tra i possibili nuovi alleati, come il leader ungherese Viktor Orban e i polacchi del PiS. 

Lo si è visto, per esempio, lo scorso febbraio, quando il Parlamento europeo, anche grazie a un’alleanza trasversale di tutte le forze politiche italiane rappresentate a Strasburgo, boccio’ un emendamento che avrebbe legato i fondi Ue per le regioni al rispetto delle riforme e degli equilibri di bilancio. Si trattava del cosiddetto ‘principio della macrocondizionalità’, criticato aspramente, tra gli altri, dal M5s: “Un vero e proprio cappio al collo dell’Italia voluto dai falchi dell’austerity”, lo defini’ l’eurodeputata 5 stelle Rosa D’Amato.

Ebbene, a favore di questo principio votarono, tra gli altri, proprio i parlamentari di Fidesz, il partito di Viktor Orban, e quasi tutto il gruppo Ecr, compresi i polacchi del PiS. Del resto, se da un lato il PiS si è affermato in patria anche grazie ai decisi attacchi ai partiti dell’establishment polacco pro-Ue e pro-austerity, dall’altro lato, al Parlamento europeo, gli stessi esponenti della formazione guidata da Jaroslaw Kazcynski si sono contraddistinti per aver appoggiato misure ‘rigoriste’. 

Per esempio, lo scorso ottobre, quando la commissione Econ dell’Eurocamera boccio’ per un soffio la proposta di inserire il fiscal compact all’interno dei Trattati Ue, cosa che avrebbe legato ancora di più le mani a quei Paesi come l’Italia che chiedono più flessibilità sui conti. A evitare il passaggio della norma fu una coalizione trasversale formata dai rappresentanti dei gruppi di Pd, Lega e M5s. L’esponente del PiS, invece, voto’ contro questa bocciatura.  

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