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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Selmayr, il nuovo capo della burocrazia Ue che sta facendo litigare l'Europa

Braccio destro di Juncker e considerato l'uomo di Merkel a Bruxelles, è stato scelto come segretario generale della Commissione con tempi e modalità inusuali che hanno sollevato forti polemiche, sia tra i partiti che tra gli Stati membri

Il suo nome non dirà niente ai cittadini europei, ma chi conosce i corridoi di Bruxelles e le sue dinamiche sa bene qual è il suo potere. Parliamo di Martin Selmayr, fedelissimo di Jean-Claude Juncker e uomo vicino ad Angela Merkel, da poco nominato Segretario generale della Commissione europea, la più importante carica tra i funzionari dell'esecutivo comunitario. Questa nomina è stata percepita come anomala per tempi e modalità tanto da scatenare le proteste anche del Parlamento europeo.

Chi è Selmayr

Selmayr, 48 anni a dicembre, è stato al fianco di Juncker dalla campagna elettorale del Ppe per le elezioni europee, quando il lussemburghese era candidato dei popolari per la presidenza della Commissione. Di Juncker è stato poi capo di gabinetto fino a quando, con una decisione a sorpresa, il segretario generale Alexander Italianer ha deciso di andare in pensione in anticipo, aprendo una girandola di nomine a 20 mesi della scadenza del mandato della Commissione Juncker.

Il cambio del segretario generale, secondo le consuetudini istituzionali, avviene circa sei mesi dopo il cambio della Commissione, per assicurare una transizione ordinata e dare al nuovo presidente la possibilità di scegliere un suo uomo per la guida della struttura amministrativa. Ma stavolta non è andata così e non sono pochi quelli che affermano che Italianer sia stato spinto a lasciare il suo posto per consentire il cambio anticipato.

Selmayr è conosciuto a Bruxelles come un uomo con un potere superiore a quello che il suo ruolo gli dovrebbe garantire. E questo potere lo ha sempre esercitato con grande decisione al punto che il quotidiano francese Libération una volta scherzò dicendo: “Qual è la differenza tra Martin Selmayr e Dio? Dio sa di non essere Martin Selmayr”. E lui non fa niente per negare queste voci ma anzi, nonostante le polemiche in corso, si è presentato anche al Vertice dei leader del Ppe a Bruxelles, il consueto appuntamento in cui i leader popolari si riuniscono in vista del Consiglio europeo. “Che ci fa un segretario generale della Commissione in un tale consesso?” Si sono chiesti in tanti. I portavoce dell'esecutivo comunitario hanno provato a sminuire affermando che Selmayr non avrebbe partecipato all'incontro ma sarebbe rimasto in anticamera con altri sherpa, ma i dubbi sono rimasti.

Le polemiche

A insorgere contro la nomina è stato addirittura il Parlamento europeo, che ha organizzato prima un dibattito in Plenaria, nel quale contro la scelta si sono schierati addirittura i deputati popolari che hanno dichiarato “onestamente ci stiamo sparando sui piedi”, e poi ha lanciato una procedura per accertare se la nomina sia avvenuta secondo le regole, inviando anche 134 domande alla Commissione e obbligando il commissario al Bilancio, Günther Oettinger, a venire a rispondere alle perplessità dell'Aula in un'audizione pubblica.

Ma a fare scudo su Selmayr sono stati sia Juncker che Merkel. A chi chiedeva la sua testa il presidente della Commissione ha risposto: “Solo io posso chiedergli di dimettersi e non lo farò”. “Noi pensiamo che non è che perché è tedesco questo vuol dire che farà sempre quello che vuole il governo tedesco, non è per niente l’impressione che abbiamo”, ha affermato Merkel sottolineando di “apprezzare il suo lavoro”.

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