Sea Watch, Salvini sbaglia bersaglio: attacca l'Ue, ma il caso riguarda la Corte di Strasburgo
È l'organo del Consiglio d'Europa che chiede "misure urgenti" per permettere lo sbarco dei migranti. La Commissione invita gli altri Stati alla solidarietà
Il governo italiano resta fermo e non intende consentire lo sbarco dei 42 migranti a bordo della Sea Watch che sono ormai bloccati da 12 giorni al largo di Lampedusa.
L'attacco di Salvini
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, se l'è presa con l'Unione europea che sarebbe rea di aver chiesto all'Italia di trovare una soluzione alla faccenda, ma nel farlo ha sbagliato il suo bersaglio. "L'Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto", ha affermato il leader della Lega.
Il ricorso alla Corte
Ma in realtà a chiedere una soluzione al nostro Paese è stata la Corte del Consiglio d'Europa di Strasburgo, che non è un organismo Ue, mentre Bruxelles invece ha lanciato un appello agli altri Stati membri affinché mostrino solidarietà. La Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha chiesto al governo italiano di avere informazioni sul caso della Sea Watch 3 e di mettere in campo "misure urgenti" per permettere lo sbarco dei migranti soccorsi. La Corte ha anche inviato una richiesta di informazioni complementari diretta "alle parti", e quindi anche all'associazione responsabile della Sea Watch. Il ricorso non è stato fatto dalla ong tedesca "ma dai singoli individui presenti a bordo", ha precisato Giorgia Linardi, portavoce dell'organizzazione umanitaria. “Hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla Corte europea. In particolare il ricorso è stato fatto in riferimento all'articolo 3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante”, ha spiegato Linardi secondo cui “si chiede quindi alla Corte di indicare all'Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre le sofferenze cui le persone sono costrette in questo momento, nell'interesse della tutela della loro dignità".
L'Ue chiede solidarietà
Da parte sua invece la Commissione europea ha chiesto agli Stati membri “di tenere a mente l'imperativo umanitario" per i migranti ancora a bordo della Sea Watch 3. Lo ha detto la portavoce dell'esecutivo, Natasha Bertaud, aggiungendo che Bruxelles "accoglie positivamente" la decisione delle autorità italiane di permettere "l'evacuazione" di alcuni migranti a bordo per ragioni mediche. Ma per la Commissione poi "è necessario trovare una soluzione per le persone a bordo".
Questo è il tracciato percorso negli ultimi giorni dalla #SeaWatch.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 23 giugno 2019
Disegna il confine tra acque territoriali italiane e quelle internazionali. Lo vedete?
Lo stanno percorrendo forzosamente 42 persone che l'Europa, continente di 500 milioni di abitanti, non vuole.
Quarantadue. pic.twitter.com/ePXoib3xwH