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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Al potere cavalcando l'onda anti-corruzione, il Berlusconi ceco finisce nei guai per corruzione

Il premier Andrej Babis rischia fino a 10 anni di carcere per 1,9 milioni di fondi Ue concessi al Nido di Cicogna, un complesso agrituristico di cui, secondo i pm, deteneva la proprietà

Andrey Babis, il Berlusconi ceco con qualche tocco grillino, il miliardario arrivato al potere sull'onda di campagne anti-corruzione, condite da posizioni anti-Ue, è ora invischiato in trame di corruzione, oltretutto per la gestione di fondi comunitari

Babis è finito nel mirino dell'Olaf, l'Agenzia antifrode della Ue, per 1,9 milioni di euro di fondi finiti al complesso agrituristico Capi Hnizdo, Nido di Cicogna, fino al 2007 proprietà del gruppo agroalimentare Agrofert, il fiore all'occhiello delle proprietà di Babis, il secondo uomo più riccolo della Repubblica Ceca. 

Di chi è il Nido di Cicogna?

Da allora la proprietà di Capi Hnizdo è finita in un turbine di transazione che hanno reso difficile comprendere a chi fosse in mano il complesso, un gioco di passaggi di mano che ha permesso alla struttura di apparire come piccola e media impresa, slegata da Agrofert, e pertanto accedere al sussidio da 50 milioni di corone, appunto 1,9 milioni di euro. Salvo poi, dopo aver munto agli aiuti comunitari, tornare sotto il controllo di Agrofert. 

A metà agosto sono emersi i primi indizi che indicavano come i familiari di Babis tentarono di occultare la struttura di proprietà della società Capi Hnizdo per nascondere i legami fra la società e il premier. Secondo la polizia ceca, il cognato dell'imprenditore avrebbe redatto una serie di documenti falsi per celare il vero proprietario dell'azienda che, secondo i procuratori cechi, sarebbe lo stesso Babis.

Pm contro Babis 

A ottobre, la polizia ceca ha confermato l'avvio del procedimento penale nei confronti dell'attuale premier e leader del movimento Ano 2011, oltre che del parlamentare Jaroslav Faltynek. L'accusa e' quella di appropriamento indebito di fondi correlati al caso Capi Hnizdo. Babis ha dichiarato di aver intenzione di presentare un ricorso, ribadendo che le voci attorno a Capi Hnizdo fanno parte di una campagna contro la sua persona. Se i due imputati dovessero essere dichiarati colpevoli, rischiano da a cinque o dieci anni di carcere. Il 21 ottobre Babis vinceva le elezioni e veniva eletto premier. 

In una riunione straordinaria della Camera dei deputati avviata dall'opposizione, Babis aveva inoltre dichiarato che l'azienda era di proprietà di due dei suoi figli adulti e del fratello della sua partner nella vita, sposata lo scorso luglio. Nel febbraio 2017, Babis ha ceduto gli asset di Agrofert - fra cui anche alcuni organi di stampa - a dei fondi fiduciari per conformarsi alla legge sul conflitto d'interessi.

L'indagine dell'Agenzia antifrode Ue

La partita non finisce qui, anche perché ci si intromette l'Olaf. A metà dicembre l'Agenzia Ue invia a Praga una sua indagine in cui chiede di rimuovere 44 progetti da 6 programmi di aiuti comunitari, tra i 44 anche il Nido di Cicogna. A quel punto interveniva la Procura di Stato della Repubblica Ceca che raccomandavo al ministero delle Finanze di non pubblicare il rapporto dell'Olaf, sostendeno che avrebbe potuto compromettere il procedimento penale. 

Il 4 gennaio il ministero delle Finanze ceco ha comunque proposto alle autorita' di rimuovere il progetto Capi Hnizdo dal programma di finanziamenti Ue. Detto addio ai fondi comunitari, per il Nido di Cicogna rimane aperta la via delle sovvenzioni statali, sempre che il governo del premier Babis ritenga opportuno finanziare un progetto, nemmeno troppo trasparente, del Babis imprenditore. 

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