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Martedì, 16 Aprile 2024
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L'esperto di Londra: non abbiamo mai puntato all'immunità di gregge

Il chief scientific adviser Vallance, le cui parole all'inizio della crisi fecero scalpore: "L'obiettivo è sempre stato ridurre il picco e il numero di morti"

Il Regno Unito non ha mai puntato a raggiungere l'immunità di gregge lasciando che il coronavirus si diffondesse liberamente tra la popolazione. Ad assicurarlo è stato il chief scientific adviser, Patrick Vallance, l'uomo le cui parole in un'intervista a Sky il 13 marzo, furono interpretate da alcuni come un'ammissione di una strategia deliberata del governo di Boris Johnson, che avrebbe puntato a mettere a repentaglio la vita di centinaia di migliaia di persone.

"Mi scuso se non sono stato chiaro"

Il principale esperto scientifico del governo ha avuto modo di chiarire il suo pensiero in un'audizione, che si è svolta in teleconferenza con i deputati della commissione Salute della Camera dei Comuni. “Vorrei essere chiaro su ciò che avevo cercato di dire, e se non l'ho detto abbastanza chiaramente, me ne scuso”, ha esordito rispondendo a una domanda sull'argomento del presidente Jeremy Hunt. “Quello che intendevo era che in assenza di terapie il modo per impedire a una comunità di diventare a rischio è attraverso l'immunità, e l'immunità si raggiunge o con un vaccino o con le persone che contraggono la malattia”. L'obiettivo del governo è sempre stato però “ridurre il picco, tenerlo basso e stabilmente sotto il livello in cui l'Nhs”, il servizio sanitario nazionale, “potesse gestirlo e assicurare così di ridurre i morti”. “Questa era la strategia”, ha assicurato.

Le parole che fecero scalpore

Prima dell'intervista a Sky, in una conferenza stampa con il premier Johnson Vallance aveva detto: “Non possiamo impedire del tutto che il contagio si propaghi, e non è nemmeno desiderabile, perché dobbiamo creare una certa immunità nella popolazione per proteggerci anche in futuro". E nella stessa conferenza stampa si parlò della necessità di prendere “misure draconiane” per proteggere la popolazione, cosa che poi fu fatta prendendo diverse misure di distanziamento sociale, che poi culminarono nel lockdown il 24 marzo, quando il picco si stava avvicinando (qui la ricostruzione dei vari passaggi). Nei fatti il contagio zero non è stato raggiunto in nessun Paese e la necessità di raggiungere l'immunità di gregge, attraverso i vaccini, è ormai quasi universalmente riconosciuta.

I dubbi sull'immunità

Vallance, solitamente molto cauto e franco nei suoi interventi, ha anche specificato che al momento non è chiaro quale sia il livello di immunità che raggiungano i guariti. “Tutte le evidenze suggeriscono che si creino anticorpi neutralizzanti, quelli che proteggono dal ritorno della malattia, che si possono teoricamente anche trovare e isolare”, e per questo esiste “una certa protezione”, anche se “non sappiamo se si tratta di una immunità assoluta”, cosa che “quasi sicuramente non c'è”. Inoltre un altro punto poco chiaro è se chi ha sviluppato anticorpi possa ancora avere il virus, cioè se possa ancora essere infettivo. “La situazione al momento è che è probabile che si sviluppino anticorpi che danno una protezione immunitaria, ma non sappiamo per quanto tempo. Dall'esperienza di altri coronavirus potrebbe essere anche di due o tre anni”.

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