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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Formazione di polizia e finanziamenti. L'Italia porta avanti il patto Ue-Africa per fermare i migranti

Il documento concordato tra 10 Governi e la Commissione europea loda la collaborazione tra forze dell’ordine, come già avviene con le autorità libiche. E chiede il rafforzamento della lotta contro le reti di criminalità transnazionale

Cooperazione e campagne di sensibilizzazione negli Stati di provenienza per fermare le partenze, ma anche progetti di formazione di polizia e sostegno finanziario. La dichiarazione congiunta adottata da dieci Paesi e due commissari europei è arrivata oggi al termine della Conferenza ministeriale per contrastare il traffico di migranti. Il documento traccia la strategia Ue-Africa per mettere fine al nuovo flusso di migranti in arrivo negli Stati meridionali dell’Unione europea e in partenza dal Nord Africa.

L'impegno Ue-Africa

La dichiarazione è sottoscritta dai ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia, Malta e Spagna e dai commissari europei per gli Affari Interni e per l’Allargamento dell’Ue, ma anche dalle controparti provenienti da Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia. Rappresenta un piano d’azione in sette punti nato “al fine di rafforzare l’impegno reciproco nel prevenire e combattere il traffico di migranti”. Il dibattito in videoconferenza e l’adozione del documento arriva su impulso del Governo italiano, alle prese con arrivi in aumento sia tramite barconi che per via aerea. “È stato un confronto proficuo - ha commentato la ministra degli Interni Luciana Lamorgese - che ci permette di rafforzare l'impegno reciproco nel prevenire e combattere il traffico dei migranti”. “Tutti i Paesi hanno anche condiviso la sfida che ci impone di garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità delle persone, ridurre la sofferenza umana di chi è più esposto ad ogni ricatto”, ha precisato la numero uno del Viminale al termine dell’incontro in videoconferenza. Impegni di principio, che si traducono nella pratica in due strategie ben delineate. 

Più coordinamento tra forze di polizia

Da una parte, si legge nella dichiarazione congiunta, la partnership contro il traffico di vite umane concorda “sulla necessità di rafforzare la cooperazione tra forze dell'ordine di tutte le parti attraverso progetti di formazione di polizia, capacità operativa e sostegno finanziario per le attrezzature tecniche al fine di rafforzare le loro capacità operative nella lotta contro le reti di trafficanti di migranti e la criminalità transnazionale”. Una sinergia già collaudata, ad esempio, con le forze che controllano le coste libiche e che, secondo i rappresentanti di Governo e della Commissione “hanno dato risultati positivi nello sforzo comune di combattere il traffico di migranti e devono essere sviluppate ulteriormente”.

Contro-narrativa

Un secondo filone d’interventi riguarda le attività finalizzate a “sensibilizzare i potenziali migranti al fine di contrastare la narrativa dei trafficanti”. I ministri “hanno inoltre ribadito il proprio impegno a frenare le iniziative delle reti di traffico di migranti, in particolare alla luce degli abusi sistematici e dello sfruttamento inerenti al traffico di migranti”.

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