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Venerdì, 26 Aprile 2024
La tragedia / Grecia

"I migranti annegati potevano essere salvati": video e immagini smentiscono Atene

La versione delle autorità greche non coincide con le tesi di esperti e una serie di documenti che cominciano a circolare sul web

Stando alla prima versione ufficiale di Atene, il barcone con forse 700 migranti a bordo, tra cui un centinaio di bambini, che è affondato mercoledì al largo di Pylos, non era stato soccorso dalle autorità greche perché gli occupanti dell'imbarcazione avevano rifiutato l'aiuto, preferendo continuare il viaggio verso l'Italia e dunque rendendo impossibile l'approccio. Ma immagini e video che stanno circolando sul web smentirebbero questa versione, e confermerebbero le accuse mosse da esperti e ong alla guardia costiera greca, già al centro delle polemiche negli ultimi anni per aver operato dei respingimenti di migranti in mare, vietati dalle leggi internazionali.  

Soccorsi in ritardo?

Secondo la ricostruzione ufficiale del governo, la guardia costiera non avrebbe ricevuto nessuna richiesta di aiuto dall'imbarcazione, per la precisione un vecchio peschereccio. Alarm Phone, il gruppo di volontari che assiste le barche in difficoltà nel Mediterraneo, sostiene invece che già alle 14 di martedì (ossia circa otto ore prima che la nave affondasse) gli occupanti avevano chiesto assistenza. Più o meno tre ore dopo Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, comunica ad Atene che quel peschereccio potrebbe essere a rischio. 

A quel punto, le autorità greche chiedono a una petroliera vicina di portare cibo e acqua ai migranti. Il comandante della petroliera, battente bandiera maltese e chiamata Lucky Sailor, ha riferito che le persone a bordo erano riluttanti a ricevere aiuto, ma che alla fine i suoi marinai erano riusciti a consegnare cibo e acqua. Secondo Alarm Phone, invece, più o meno nello stesso momento, alle 17,20 di martedì, qualcuno dal peschereccio dei migranti comunicava che la barca era ferma, e che avevano bisogno di aiuto. 

Il video della Lucky Sailor 

Quale che sia la verità, la Lucky Sailor riesce a prestare assistenza e verso le 20 si allontana dopo aver ricevuto il benestare dalle autorità greche. Le quali chiedono a un'altra nave, un mercantile, di avvicinarsi al peschereccio per consegnare altri viveri. È più o meno in questo frangente che qualcuno, forse dalla Lucky Sailor, realizza un video pubblicato da defenceline.gr e poi dalla tv Ert: nelle immagini il mare è calmo e il peschereccio sembra essere sostanzialmente fermo. Secondo il Corriere e l'Ansa, la nave si sarebbe trovata in quel momento nella cosiddetta situazione di distress, ovvero difficoltà, che avrebbe dovuto portare all'intervento dei soccorsi. E le condizioni meteo avrebbero permesso l'operazione di soccorso in tutta tranquillità.

La guardia costiera greca, però, arriverà a ridosso del peschereccio sono dopo le 23. Secondo iI portavoce del governo Ilias Siakanderis, due ore prima che la barca si capovolgesse, una pattuglia della guardia costiera avrebbe lanciato una fune per iniziare le operazioni di soccorso. Un soccorso rifiutato dai migranti. "Quelli a bordo hanno preso la cima per qualche minuto, poi l'hanno gettata in mare e hanno continuato il loro viaggio", ha detto. Qui scatta l'altro giallo di questa vicenda: un'immagine che circola sul web mostra la fune tesa tra le due imbarcazioni, ma legata in modo pericoloso al peschereccio dei migranti. Alcuni attivisti hanno usato queste immagini per sostenere che, nel tentativo di trascinare la barca dei migranti verso acque maltesi o italiane, i guardiacoste greci avrebbero destabilizzato il peschereccio causandone il capovolgimento. Versione seccamente smentita dal governo: "Era una corda lanciata per avvicinarsi, stabilizzarsi e verificare se avessero bisogno di aiuto, ma hanno rifiutato, e hanno continuato il loro viaggio", ha tagliato secco il portavoce di Atene. 

Poche ore dopo, la tragedia: la barca si capovolge. Verranno salvate 104 persone, e recuperati 78 corpi senza vita. Altri 500, forse, sono in fondo al mare. Quale che sia l'esatta dinamica dei fatti, diversi esperti hanno affermato che la legge marittima obbligava le autorità greche a tentare un salvataggio. Sicuramente "avevano il dovere di avviare le procedure di salvataggio" date le condizioni della nave, ha affermato il professor Erik Rosaeg dell'Istituto di diritto privato dell'Università di Oslo: "Un rifiuto di assistenza può essere annullato se ritenuto irragionevole", ha spiegato. "I migranti potevano essere salvati", ha concluso Vincent Cochetel, inviato speciale dell'Unhcr nel Mediterraneo

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