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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La ricetta di Merkel per l'Ue: esercito europeo e cessione di sovranità

L’intervento della cancelliera tedesca in Plenaria a Strasburgo: “I nazionalismi e gli egoismi non devono avere più possibilità di risorgere in Europa”

Cedere ancora sovranità, e rinunciare agli eserciti nazionali per realizzarne uno unico europeo. L’Europa del futuro secondo la cancelliere tedesca Angela Merkel è all’insegna di meno Stati nazionali, e di maggiore integrazione. Nel suo intervento in Parlamento europeo, dove si presenta con una giacca dello stesso blu della bandiera dell’Ue, Merkel quella stessa Ue la difende e la rilancia. Cita Walter Hallstein, il primo presidente della Commissione europea ai tempi in cui la Germania era ancora Germania Ovest e l’Ue ancora “un processo visionario”. Per Hallstein l’Ue era “una sfida senza precedenti”, e nel solco di questa concezione Merkel, in tempi di sovranismi, invoca più integrazione.

Esercito europeo

“Dobbiamo lavorare a questa visione di un’Europa dotata di un esercito europeo”, dice la cancelliera. In questo modo “dimostreremmo che non ci possono essere più guerre in Europa”. Nessuna fuga in avanti, al contrario. “Non è un esercito contro la Nato, ma un completamento per la Nato, senza mettere in dubbio i rapporti transatlantici”.

Politica estera comune

Un simile progetto, nella visione di Merkel, non può che essere il completamento di una politica estera sempre più comune. “L'Europa deve essere più attiva nel lungo termine in termini di politica estera”, e in tale ottica, per rendere tutto questo possibile, “rinunciare alle decisioni all'unanimità laddove i trattati lo permettono e laddove sia possibile”. La leader tedesca chiede altre rinunce. Alla rinuncia dell’unanimità aggiunge quella della sovranità. Vuol dire togliere competenze ai governi per darle all’Unione europea. Un’esigenza, soprattutto in settori quali l’immigrazione, ambito su cui l’Europa “non è ancora così unita come avrei voluto”.

Migranti e nazionalismi

Fa autocritica quando dice che solo nel 2015 la Germania da lei guidata ha capito che quello dei flussi è un problema di tutti, e che proprio per questo “dobbiamo trovare percorsi comuni e rinunciare ad un pezzettino di sovranità nazionale per poter fare qualcosa”. Una risposta e una sfida a chi rema contro l’europeismo. “I nazionalismi e gli egoismi non devono avere più possibilità di risorgere in Europa”, dice. Merkel traccia la rotta, ma bisogna capire in quanti la seguiranno.

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