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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La Svezia ammette il fallimento del lockdown soft: "Morte troppe persone"

L'epidemiologo Tegnell ha detto che con il senno di poi sarebbero state necessarie misure più dure contro la diffusione del coronavirus, seppur non ai livelli italiani. Ma la popolazione continua a supportare la linea del governo, anche se i consensi sono in calo

L'approccio soft della Svezia non è stato un successo come i suoi ideatori speravano e se si fossero adottate misure più restrittive, anche se magari non a livello di quelle prese in Paesi come l'Italia o la Spagna, si sarebbero potute salvare molte vite.

L'ammissione di Tegnell

L'ammissione è arrivata dalla stessa mente dietro l'approccio di Stoccolma, l'epidemiologo Anders Tegnell. "Se si presentasse la stessa malattia, sapendo quello che sappiamo oggi, faremmo qualcosa a metà strada tra quello che abbiamo fatto in Svezia e quello che è stato deciso nel resto del mondo", ha detto il principale esperto del governo in un'intervista a Sveriges Radio. Invece di imporre un rigido lockdown, il Paese ha preferito affidarsi soprattutto alla disciplina dei suoi cittadini, a cui è stato chiesto di rispettare il distanziamento fisico e di evitare assembramenti dalle 50 persone in su ma sono stati lasciati aperti esercizi commerciali, ristoranti e le scuole per i giovani fino a 16 anni. Solo le case di cura sono state chiuse ai visitatori alla fine di marzo ma non è bastato, visto che circa la metà dei decessi sono stati registrati proprio in questi istituti.

Alte percentuali di decessi

In totale Svezia sono stati registrati 40.803 contagi e 4.542 vittime, una cifra piuttosto alta se si pensa che la popolazione è di sole 10 milioni di persone. Negli altri Paesi scandinavi, che hanno imposto misure più restrittive, i numeri sono stati più bassi: 580 vittime in Danimarca su 5,8 milioni di abitanti, 237 in Norvegia su 5,6 milioni di abitanti e 320 in Finlandia su 5,5 milioni di abitanti. In percentuale, rispetto alla popolazione totale, il numero di pazienti affetti da coronavirus morti nel Paese è stata piuttosto alta. Secondo gli ultimi dati ci sono stati 446 decessi ogni milione di cittadini, un tasso più basso solo di Paesi come Belgio, Regno Unito, Italia o Spagna, ma più alto di quello francese che conta 432 morti per Covid-19 ogni milione di abitanti. L'epidemiologo ha spiegato che, visto che tutti i Paesi europei hanno deciso subito un lockdown totale o quasi, è difficile capire quali misure siano state effettivamente efficaci. "Ovviamente si poteva fare meglio in Svezia, sarebbe bello sapere esattamente cosa chiudere per evitare in modo più efficace la diffusione del virus", ha detto e poi rispondendo a chi chiedeva se fossero morte troppe persone, ha riconosciuto: "Sì, assolutamente".

Puntare all'immunità di gregge

Tegnell non ha però del tutto abiurato la strategia, che è pensata per avere benefici nel lungo periodo. "Continuiamo a credere che la strategia sia stata buona, ma ci sono sempre miglioramenti che si possono apportare, soprattutto se si guarda indietro nel tempo", ha detto poi in conferenza stampa ieri. Il tentativo di creare una sorta di immunità di gregge dovrebbe aiutare a prevenire un secondo picco in futuro, e quindi a evitare ulteriori morti nel caso di una seconda ondata di coronavirus nel prossimo autunno quanso portanno essere fatte delle valutazioni più precise. Nei fatti però al momento sembra che le previsioni secondo cui Stoccolma, il centro dell'epidemia, avrebbe raggiunto l'immunità di gregge alla fine del mese scorso sarebbero state troppo ottimiste. Alla fine di aprile solo il 7,3 per cento dei suoi residenti era stato esposto alla malattia, secondo dei calcoli basati sui test fatti.

Meno ripercussioni sull'economia

L'approccio soft è stato pensato anche per salvare l'economia, cosa che sul breve termine ha funzionato ma che, a quanto pare, non eviterà comunque gli impatti della crisi nel lungo periodo, vista l'interdipendenza dell'economia locale con quella del blocco Ue.

L'inchiesta del governo

In ogni caso il premier Stefan Lofven lunedì, sotto la crescente pressione delle opposizioni, ha assicurato che prima dell'estate verrà lanciata un'inchiesta su come è stata gestita l'epidemia di Covid-19. Ma la popolazione sembra comunque ancora sostenere l'approccio, seppur con un consenso in calo. Secondo un sondaggio dalla Novus per l'emittente televisiva pubblica "Svt" a percentuale di cittadini con una fiducia elevata o ragionevolmente elevata nella capacità del governo di affrontare l'epidemia virale è scesa al 45 per cento a giugno, rispetto al 63 per cento di aprile.

Consensi in calo ma sempre alti

La decisione della Svezia di non adottare un blocco come in molti altri paesi europei è stata ampiamente supportata dalla popolazione, ma le critiche sono aumentate nelle ultime settimane visto l'elevato tasso di mortalità. Anche i dati sull'Agenzia svedese per la salute pubblica, che ha gestito la campagna per il distanziamento sociale e le misure di igiene, sono diminuiti passando dal 73 al 65 per cento, ma sono numeri comunque in gran parte positivi. In un altro sondaggio condotto da Demoskop sul quotidiano "Aftonbladet" il numero di coloro che hanno una fiducia alta o ragionevolmente alta nelle azioni delle autorità in relazione alla pandemia pure è sceso ma restando al 55 per cento, cioè la maggioranza della popolazione, seppure in percentuali minori rispetto al 65 per cento registrato ad aprile.

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