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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Juncker ammette: “Austerità avventata durante la crisi”. M5s: "Ipocrita, si tagli lo stipendio"

Il presidente della Commissione Ue: “Non dovevamo rivolgerci al Fmi”. E sulla Grecia: "Siamo stati poco solidali". Critiche dei 5 stelle: "Schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri europei"

L’austerità è stata un errore, perché frutto di decisioni non ponderate. Jean-Claude Juncker fa ‘mea culpa’. Il presidente della Commissione europea riconosce che la gestione delle crisi dell’eurozona non sono state all’insegna dei migliori risultati né delle migliori strategie. Nel farlo richiama le debolezze di un progetto, quello comune, da completare per non dovere più ricorrere ad aiuti esteri di soggetti che di europeo hanno poco. C’è lo zampino del Fondo monetario internazionale, in quello che è successo, e questo perché l’Ue non dispone di un fondo monetario europeo. Ma nella sede del Parlamento europeo di Strasburgo riecheggiano più forte le parole di auto-critica di colui che ai tempi della grande crisi economica presiedeva l’Eurogruppo.

Il mea culpa

“Ci sono state forti critiche nei confronti delle politiche della zona euro”, e non a torto, premette parlando in occasione della celebrazione dei Venti anni dell’Euro. “Sì, c'è stata l'austerità, forse un po' avventata, ma non certo perché volevamo colpire chi lavora o chi è disoccupato”. Non rinnega quanto fatto, e anzi ribadisce che “le riforme strutturali continuano a essere fondamentali”. Ma allora, nel 2008, quando tutto iniziò e si dovette dare una risposta, “molti di noi pensavano che avremmo potuto resistere senza l'ingerenza del Fmi”. Un errore. Perchè, ragiona a voce alta, “se la California e' in difficoltà gli Stati Uniti non si rivolgono al Fondo monetario. Noi avremmo dovuto fare altrettanto”. Ma così non è stato, e altri hanno pagato il prezzo di queste scelte. Soprattutto in Grecia.

“Mi sono sempre rammaricato di una mancanza di solidarietà nei confronti della Grecia e dei greci” durante la crisi del debito ellenico, confida Juncker, che nel criticare sé stesso rimprovera anche tutti gli altri partner dell’eurozona. “Non siamo stati sufficientemente solidali con la Grecia”. Un altri sintomo delle divisioni e delle debolezze europee. “Ma mi compiaccio di constatare che Grecia e Portogallo hanno trovato, se non un posto al sole, un posto tra le antiche democrazie”.

L'attacco dei 5 stelle

Non si fanno attendere le reazioni di chi le politiche di austerità le hanno sempre messe sul banco degli imputati. “Juncker, dall’alto del suo stipendio da nababbo di 27mila euro al mese, non è credibile quando parla di austerità”, tuona la capodelegazione del Movimento 5 Stelle in Parlamento europeo, Laura Agea. “La sua ipocrita autocritica è uno schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri europei”. Per questo, promette la pentastellata, dopo le elezioni europee di maggio “il cambiamento partirà dal taglio degli stipendi dei Commissari europei”.


 

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