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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il M5s attacca il Pd: "Al Parlamento Ue norma per impedirci di formare un gruppo"

L'accusa di Castaldo: "Vogliono dare a 7-8 capigruppo il potere di decidere sulle nuove formazioni e guarda caso lo propongono dopo il lancio della nostra nuova alleanza"

Neanche il tempo di festeggiare l'intesa con croati, finlandesi e polacchi che sul nuovo potenziale gruppo del M5s piomba una norma che potrebbe far saltare i piani europei di Luigi Di Maio: stop al Parlamento Ue a quei gruppi politici formati da partiti e movimenti con scarsa affinità o mancanza di punti in comune. E' questa, in sintesi, la richiesta dei Socialisti e Democratici, il gruppo di cui fa parte il Pd, secondo quanto denunciato dall'eurodeputato 5 stelle e vicepresidente dell'Eurocamera, Fabio Massimo Castaldo

“Si tratta di un vero e proprio colpo di mano - attacca Castaldo - Subito dopo il lancio della nostra nuova alleanza, il gruppo dei socialisti ha presentato alcuni emendamenti di modifica del regolamento parlamentare che vogliono delegare alla Conferenza dei presidenti, ossia a 7-8 capigruppo, la possibilità di decidere arbitrariamente sulla formazione di nuovi gruppi". Quali sarebbero i nuovi criteri? La Conferenza dei Presidenti - spiega ancora Castlado - potrebbe impedire la formazione dei nuovi gruppi per mancata affinità tra i suoi membri o potrebbe scioglierlo per manifesta mancanza di punti in comune" tra i partiti che lo compongono.

Le nuove alleanze europee di Di Maio

La scarsa "affinità politica" in Europa è un punto debole per i 5 stelle. Girando per il Vecchio Continente, è difficile trovare realtà politiche che abbiano una forte somiglianza con il movimento di Di Maio. Tanto più che forze come i Verdi, con cui il M5s condivide l'ispirazione ecologista, continuano a nutrire diffidenze verso i pentastellati. Eppure, per le regole che governano il Parlamento Ue, senza un'intesa con almeno altri 6 partiti di altrettanti Stati membri, non è possibile formare un gruppo. E senza gruppo, spiega Castaldo, "l’attività politica dei deputati è enormemente ridotta".

Ecco perché nel 2014, Grillo opto' per chiudere l'accordo con l'Ukip di Nigel Farage e altri partitini (o singoli deputati) con scarsa o nulla affinità con il movimento. Una carenza di comunione d'intenti che è diventata palese negli anni quando si è trattato di votare su questioni importanti, con i 5 stelle spesso isolati dal resto del gruppo. Una situazione che potrebbe ripresentarsi con i nuovi alleati.      

La proposta dei socialisti mira a impedire proprio casi del genere: "Con queste nuove norme, progressisti (gruppo S&D, ndr) e popolari (Ppe, ndr) potrebbero decidere in autonomia di bloccare la formazione di nuovi gruppi, danneggiando chi come noi non vuole piegarsi a vecchie logiche”, denuncia Castaldo. Una preoccupazione che fa il pari con le voci di un ritorno della Grande coalizione tra Ppe, S&D e i liberali dell'Alde al prossimo Parlamento europeo".

La proposta dei socialisti potrebbe essere votata dall'Aula di Strasburgo già la prossima settimana: "È un colpo di mano, e noi non rimarremo inerti. Se necessario, presenteremo ricorso alla Corte di Giustizia europea. Il cambiamento non può essere fermato”, conclude Castaldo. 

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