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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Sanchez, chi è l'uomo che apre i porti di Spagna all'Aquarius

Ateo, tifoso dell'Atletico Madrid ed atletico anche nel fisico, il fiammante primo ministro spagnolo seppur giovane è già un sopravvissuto della politica (e del suo stesso partito). Non datelo mai per morto

Ateo, tifoso dell'Atletico Madrid ed atletico anche nel fisico: ex promessa della pallacanestro iberica e lucky loser della politica. Pedro Sanchez, l'uomo che ha aperto i porti di Spagna all'Aquarius (peraltro poco dopo che la sindaca di Barcellona Ana Colau avesse dato la disponibilità della città catalana ad accogliere i migranti), seppur giovane, ha 46 anni, è già un sopravvissuto a più riprese della politica spagnola ed anche del suo partito, il PSOE, Partido Socialista Obrero Espanol. 

Il primo giugno Sanchez, promotore di una mozione di censura al premier popolare Mariano Rajoy su cui inizialmente non scommetteva nessuno, è diventato, con il successo della sua iniziativa, il nuovo primo ministro spagnolo. Passano una manciata di giorni e grazie all'involontario assist di Salvini, si guadagna le prime pagine d'Europa, con un gesto di solidarietà che ha delle motivazioni di interesse politico - togliere terreno elettorale a Podemos, il suo competitor a sinistra - ma che comunque rappresenta un unicum, per il momento, nel panorama continentale. 

Dal basket alla politica

Ma chi è questo Sanchez? Famiglia della borghesia madrilegna, studia economia in un'esclusiva università della capitale, tira a canestro nello storico club dell'Estudiantes fino ai 21 anni, e prende la tessera del PSOE nel 1993. Quindi un master a Bruxelles e un anno come portaborse al Parlamento Ue, Sanchez inizia a masticare politica attiva nel 2003, quando si presenta alle elezioni municipali di Madrid. Non viene eletto, ma l'anno dopo entra comunque in consiglio comunale, subentrando ad una collega. Stessa trafile nel Parlamento nazionale, mancata elezione nel 2008 e subentro nel 2009. Prima, nel 2006, si era sposato con Maria Begona Gomez Fernandez, da cui avrà due figlie. Con loro si trasferisce dal centrico quartiere di La Latina a Pozuelo de Alarcon, comune nella periferia di Madrid, famoso per essere il più ricco di Spagna. 

Abbonato a subentrare 

Nelle Cortes, come si chiama la Camera bassa spagnola, si inizia a far notare, anche per l'aspetto, ma non tanto da riuscire ad essere rieletto nel 2011. Il grande salto lo dà nel 2014 quando presentandosi alle primarie per la guida del partito, viene eletto Segretario Generale, anche grazie all'appoggio degli uomini e della donne forti del partito che lo vedono come il bello da manipolare. Non andrà proprio così.

L'inizio non è comunque dei migliori, alle elezioni del 2015 il PSOE viene messo alle corde da Podemos, forza nuova della sinsitra spagnola nata tra la marea degli Indignados, e gli va ancora peggio l'anno dopo quando di fronte allo stallo politico vengono ripetutte le elezioni: i socialisti toccano il loro minimo storico con 84 deputati.

Il politico che non molla mai

Un risultato che porta i baroni del partito a ribellarsi: Sanchez viene defenestrato e lui, toltagli la direzione, lascia pure il posto da deputatato. Lo scambia per la sua Peugeot 407, con quella gira in lungo e in largo il Paese per prendere contatto con i militanti, tastare il polso della base. Un'operazione che contro tutti i pronostici lo riporta in pista ed alla grande: il 21 maggio 2017 viene rieletto Segretario Generale del PSOE con oltre il 50% dei voti e facendo fuori Susana Diez, poderosa Presidente dell'Andalusia e suo antico sponsor. 

Il resto è cronaca recente, forte di appena 84 deputati riesce a diventare primo ministro, surfando sulle indagini e le condanne per corruzione che hanno avvolto il PP di Mariano Rajoy fino ai suoi vertici e riuscendo a raggruppare intorno alla sua mozione di censura - la prima a prosperare nella storia della moderna democrazia spagnola - Podemos e i partiti nazionalisti catalani e baschi.  

Zero crocefisso ma tante donne

I primi gesti al potere sono stati di rottura: ha giurato sulla Costituzione senza il crocefisso ed ha formato il governo con più donne al potere al mondo, 12 su 16, meglio pure degli scandinavi. Di oggi l'apertura all'Aquarius, un altro gesto di rottura in quest'Europa senza solidarietà, soprattutto con i migranti.

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