I droni atterrano in Europa: prime norme comunitarie su sicurezza, privacy e specifiche tecniche
Parlamento e Commissione Ue hanno raggiunto l'accordo sulla prima normativa europea per i droni di uso civile, un mercato in spettacolare crescita.
Numero di matricola, esigenze tecniche specifiche e difesa dell'incolumità dei cittadini, come della loro privacy. L'Unione europea detta le prime regole comuni per i droni di uso civile, un mercato in spaventosa crescita nel Vecchio continente come in tutto il pianeta.
L'accordo raggiunto stamattina all'alba dal Parlamento e dal Consiglio Ue riguarda la normativa sui droni di peso inferiore ai 150 kg, ossia la grandissima maggioranza di quelli in commercio, e ha l'obiettivo di dettare delle basi comuni in tutta la Ue, in modo da facilitare il lavoro a fabbricanti, distributori e venditori. Nonché a garantire delle norme di sicurezza per i consumatori ed i cittadini. Secondo l'intesa, la concezione e la fabbricazione dei droni dovranno infatti conformarsi alle regole di base della Ue su sicurezza e privacy.
Specifiche tecniche, sicurezza e privacy
Nel quadro della normativa comunitaria sui droni, un ruolo centrale viene assegnato alla Commissione Ue, incaricata di definire le esigenze tecniche specifiche, per esempio quali droni dovranno avere la funzione di limitazione altimetrica, la carica operativa massima, l'evitatore di collisione, lo stabilizzatore in volo o l'atterraggio automatico.
Agli Stati membri spetterà invece creare un sistema di registrazione e di identificazione individuale, una sorta di targa, per i droni che possono creare dei danni significativi alle persone, per esempio cadendo su di loro, o che possono presentare un rischio di violazione della privacy o una minaccia per l'ambiente.
Mercato in forte crescita
Secondo i dati della Commissione Ue, i droni civili potranno arrivare a rappresentare da qui al 2050 il 10% del mercato dell'aviazione civile della Ue con un impatto positivo sull'occupazione stimato in 150 mila nuovi posti di lavoro.
