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Venerdì, 26 Aprile 2024
I dati del conflitto / Ucraina

La guerra delle munizioni: chi sta aiutando di più l'Ucraina a difendersi dalla Russia

La Nato ha comprato altri 220mila proiettili, ma molti Paesi alleati sostengono che gli arsenali si stanno esaurendo. Kiev cerca di capire quali sono davvero i suoi partner più leali

Decine di migliaia di proiettili d'artiglieria acquistati e destinati all'esercito ucraino. Valore complessivo: 1,2 miliardi di dollari (pari a 1,1 miliardi di euro). Lo ha annunciato martedì 23 gennaio la Nato in merito ad un ordine appena concluso. In totale, secondo quanto riferito da una fonte vicina all'Alleanza atlantica, l'acquisto ammonta a circa 220mila proiettili. "La guerra della Russia in Ucraina è diventata una battaglia per le munizioni", ha dichiarato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, invitando i Paesi membri a "firmare" contratti per aumentare la loro produzione. La scorsa settimana il sito di informazione ucraino Ekonomichna Pravda aveva analizzato le forniture di armi da parte degli alleati di Kiev, ricostruendo spese e numero di carri armati, proiettili e attrezzature militari fornite sinora. Se gli Stati Uniti guidati da Joe Biden si proclamano i principali alleati del popolo ucraino, le cifre raccontano una realtà con maggiori sfumature. 

Contratti miliardari firmati dagli Alleati

Ogni giorno diverse migliaia di proiettili vengono sparati in Ucraina, il cui esercito lamenta da questo inverno una carenza di munizioni e uomini. Per questo motivo la Nato sta cercando di rafforzare le scorte per fornire maggiore assistenza a Kiev. Il ritmo degli acquisti è diverso a seconda del Paese. A inizio gennaio Germania e Spagna hanno firmato un contratto per l'acquisto di un massimo di mille missili Patriot, utili per la difesa antiaerea. Valore stimato: 5 miliardi di euro circa. Nel 2023 un contratto da 2,4 miliardi di euro è stato firmato dall'agenzia di approvvigionamento e supporto alle forze armate della Nato (Nspa), per comprare proiettili per obici (pezzo d'artiglieria intermedio fra il cannone e il mortaio, ndr), e carri armati da 155 mm.

La minaccia dell'esaurimento delle scorte

Ad ottobre 2023 i Paesi partner avevano dato o promesso di dare all'Ucraina aiuti militari per un valore pari a 100 miliardi di dollari. Secondo un'analisi di Ekonomichna Pravda, questa cifra comprende oltre ai sistemi di difesa aerea, ai carri armati e ad altre armi pesanti, anche elementi meno visibili, ma altrettanto indispensabili, come sistemi di guerra elettronica e proiettili. Negoziare nuove forniture di armi per l'Ucraina sta diventando però sempre più difficile, anche in ragione delle accuse di un "esaurimento delle scorte" menzionato lo scorso autunno dal capo del Comitato militare della NATO, l'ammiraglio Rob Bauer. Non tutti gli Stati concordano vi sia una reale  difficoltà. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiesto ai Paesi del blocco di condurre un audit sulle armi fornite all'Ucraina, definendo insufficienti le forniture pianificate da gran parte del blocco dei 27 per l'anno in corso. La stessa Commissione europea ritiene che alcuni Paesi possano fornire più armi agli ucraini.

Armi fornite all'Ucraina

Il Kiel Institute ha raccolto sin dall'inizio del conflitto i dati sulle scorte di carri armati, obici e lanciarazzi, che i Paesi della Nato e dell'Ue possono trasferire all'Ucraina. Non sono invece inclusi aerei, né i missili trasferiti o i complessi di difesa aerea/antimissile. All'inizio del 2022, gli arsenali dei Paesi Nato/Ue comprendevano oltre 15mila carri armati, circa 7mila obici da 155/152 millimetri e 1.600 Multiple Launch Rocket System (Mlrs), un sistema di artiglieria lanciarazzi multiplo. Dall'inizio dell'invasione da parte della Russia fino alla fine di ottobre 2023, l'Ucraina avrebbe ricevuto dagli Alleati il ​​5,2% dei carri armati disponibili, l'8,9% di obici e il 5,9% dei sistemi Mlrs a disposizione dei suoi alleati.

Partner leali

In questo quadro, i "partner più leali", secondo la definizione del media ucraino, sono i Paesi baltici. Nonostante le dimensioni territoriali ed economiche più ridotte, Estonia, Lettonia e Lituania finora hanno sostenuto maggiormente l'Ucraina in termini di percentuale del Pil. Dietro questa speciale classifica ci sono i Paesi scandinavi: le loro economie sono più grandi rispetto agli Stati baltici e si sono distinti per la quantità e la percentuale degli aiuti forniti all'Ucraina. Tra i motivi di questa "solidarietà" militare c'è un fattore decisivo: l'essere più vicini alla Russia fa temere che il Cremlino possa estendere l'aggressione ai loro territori. E gli Stati Uniti? La più grande economia del mondo spende meno dello 0,2% del Pil in aiuti all'Ucraina. Il sostegno rimane comunque enorme, visto che dal 24 febbraio 2022 Washington ha fornito aiuti militari per 44 miliardi di dollari, restando il principale donatore per Kiev. Il potenziale che potrebbe fornire risulta in ogni caso tutt'altro che esaurito.


 

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