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Sabato, 20 Aprile 2024
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“Con la Grecia abbiamo sbagliato, non ripetiamo errori”, l'ex ministro tedesco fa mea culpa

Schaeuble chiede di andare oltre l’unione monetaria e spinge per una politica economica integrata a livello Ue. Poi l’ammissione: “Nel 2010 non abbiamo avuto il coraggio”

L’Unione europea dovrebbe utilizzare la risposta alla crisi del coronavirus per rafforzarsi e trasformare l’esistente unione monetaria in una vera e propria unione economica integrata. È quanto sostiene il presidente del Parlamento tedesco (Bundestag) Wolfgang Schaeuble, già ministro delle Finanze del Governo di Berlino dal 2009 al 2017 e protagonista di forti tensioni con il Governo greco di allora guidato da Alexis Tsipras. In una lettera al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, il politico tedesco di lungo corso ha messo in chiaro la sua ricetta per l’economia europea.  

La crisi greca e il Recovery Fund

Secondo Schaeuble, oggi è necessario “il coraggio che non abbiamo avuto nella crisi del 2010 per raggiungere finalmente una maggiore integrazione nell'eurozona, non possiamo perdere l'occasione di nuovo”. In quel contesto, ricorda l’ex ministro delle Finanze, sono stati fatti degli errori e  “oggi saremmo molto più avanti in Europa se l'idea di istituire un fondo monetario europeo avesse prevalso durante la crisi in Grecia nel 2010”. Per il presidente del Bundestag, anche l'attuale discussione sul Recovery Fund europeo per la ripresa dei Paesi più in difficoltà per via della crisi innescata dal Covid-19 è una prospettiva “troppo breve”, perché ruota “principalmente” intorno all'operatività dello strumento, ossia sovvenzioni e finanziamenti da restituire. 

L'unione economica

Secondo Schaeuble, invece, il dibattito dovrebbe concentrarsi su “ciò che vogliamo fare specificamente per far avanzare l'Europa in maniera comune”. Alle origini dell'unione monetaria, nel 1999, vi era infatti “l’aspettativa di ulteriori passi verso l'unione economica” e ciò “non è successo”. A tal riguardo, Schaeuble evidenzia che “la politica monetaria è stata resa comune nell'Eurozona, la politica economica è rimasta una responsabilità degli Stati membri”. Ma l’integrazione delle politiche finanziarie dell’eurozona, a dirla tutta, è stata bloccata a più ripresa soprattutto dai Paesi ‘frugali’ come l’Olanda e l’Austria, appoggiati da pezzi del Governo tedesco, che non vogliono la condivisione dei rischi dell’unione economica. In altre parole, ha finora prevalso la paura di doversi accollare il peso dei debiti pubblici di Italia, Grecia e altri Paesi che hanno un bilancio più appesantito dagli interessi. Su questo punto il presidente del Bundestag avverte: “Non sono stati solo gli economisti a mettere in guardia sul fatto che l'unione monetaria non sarebbe sostenibile a lungo termine senza un equivalente politico”. "Tutti hanno capito - conclude - che è necessaria una politica economica e finanziaria comune per stabilizzare in maniera permanente la moneta unica”.

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