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Domenica, 28 Aprile 2024
La proposta / Francia

Dopo i divieti di velo e abaya, adesso la Francia pensa alle uniformi nelle scuole

Sotto pressione della destra Macron apre alla sperimentazione, suggerendo in alternativa jeans e maglietta. Le critiche ai divieti non si arrestano

Aperto a "sperimentare" le uniformi nelle scuole, dopo aver sancito il divieto di indossare l'abaya nei luoghi dedicati all'istruzione. Lo ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron parlando in un’intervista in diretta sul media online HugoDecrypte, trasmessa su Youtube e TikTok. Lunedì è entrato in vigore il divieto di indossare abiti lunghi, che lasciano scoperti solo la testa, le mani e i piedi. Noti col termine generico di abaya questi abiti, utilizzati soprattutto da ragazze e donne musulmane, sono stati interpretati dal governo francese come un simbolo religioso.

A questo punto, per eliminare dubbi e controversie, l'Eliseo sembra volersi spingere oltre e optare per un'omologazione totale nel vestiario. Un’altra opzione sperimentale, ha dichiarato il leader transalpino, potrebbe essere che i bambini indossino abiti simili, come "un paio di jeans, una maglietta e una giacca". I commenti del presidente, esponente del partito Renaissance (Rinascita), arrivano dopo un dibattito pubblico serrato con i politici conservatori e di estrema destra favorevoli alla richiesta di uniformi nelle scuole pubbliche e una parte della società e dell'opposizione che legge le scelte governative come "discriminatorie" nei confronti di una parte della società francese.

"Certamente possiamo avere cose che siano più accettabili per gli adolescenti (rispetto alle uniformi)", ha detto Macron. "Potrebbe sembrare un po’ meno severo dal punto di vista disciplinare", ha evidenziato il politico. Il presidente non ha fornito dettagli sull’inizio e sul luogo dell’esperimento, anche se alcune scuole private richiedono già agli studenti di indossare uniformi.

La nuova regola, che vieta abiti lunghi nelle scuole pubbliche, è stata presentata come uno strumento per difendere i valori della Francia, in particolare quelli legati alla laicità dello Stato. "La scuola è laica e questo significa che non c'è spazio per i segni religiosi", ha sottolineato Macron. "Dobbiamo parlare, dobbiamo spiegare (il provvedimento, ndr), ma penso che sia molto importante perché la scuola deve rimanere un luogo neutrale", ha rimarcato. In tutto il Paese non sono mancate le critiche.

Numerose le voci, all'interno della comunità musulmana ma non solo, che sostengono che gli indumenti larghi che coprono il corpo non costituiscono un'ostentata esibizione di religione. Difficile anche capire cosa si intenda esattamente per "abaya", dato che in arabo il termine assume significati e si riferisce ad abiti di misure e forme diverse a seconda che si tratti di Marocco, Iran o Arabia Saudita. Anche grandi marchi commerciali, come H&M propongono questa tipologia di capi, che spesso sono una scelta comoda e a basso prezzo, accessibile alle fasce popolari. Sarebbe dunque insensato bandirli dalle aule scolastiche.

Il divieto si aggancia ad una legge del 2004, volta a preservare la laicità nelle scuole pubbliche francesi, in base alla quale già risultano vietati il velo musulmano, le grandi croci cristiane, le kippa ebraiche e i turbanti indossati dai sikh. La legge non si applica al corpo studentesco universitario. C'è chi parla di operazione "islamofoba" e accusa la misura di essere la testa d'ariete di una più vasta operazione ideologica votata alla discriminazione.

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