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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Foto e impronte digitali in un unico database per migliorare l'identificazione dei migranti

Parlamento e Consiglio trovano un accordo sul nuovo sistema di archiviazione dei dati identificativi di chi entra nell'Unione europea in maniera irregolare, per monitorare i movimenti secondari e facilitare le espulsioni

Non sono impronte digitali ma anche immagini del volto e dati dei documenti da archiviare tutte insieme in un sistema consultabile in tutti gli Stati membri. Parlamento e Consiglio hanno concordato nuove regole per rafforzare il sistema Eurodac, per migliorare l'archiviazione e la ricerca dei dati su richiedenti asilo e migranti irregolari. Il nuovo sistema mira ad aiutare a rilevare i movimenti secondari, quelli che i migranti compiono tra gli Stati membri lasciando il Paese attraverso il quale sono entrati nell'Unione, e facilitarne il respingimento nei loro paesi di origine.

"L'accordo provvisorio di oggi garantirà che le persone non possano presentare richieste di asilo in più Paesi, nel rispetto degli impegni presi dall'Ue nei confronti del diritto internazionale, ma affronterà anche i timori di minacce alla sicurezza interna registrando e archiviando i dati degli irregolari”, ha rivendicato la relatrice per l'Aula Monica Macovei del gruppo conservatore. oltre alle impronte digitali, verranno archiviate insieme anche le immagini facciali e i dati alfanumerici come nome e numero di documento, abbassando da 14 a 6 l'età minima per dover rilasciare impronte digitali e foto del volto.

“Le immagini facciali dei minori a partire da 6 anni saranno cruciali per aiutare a identificare e rintracciare i bambini scomparsi e stabilire legami familiari, impedendo loro di finire nelle mani di trafficanti di esseri umani e contrabbandieri ", ha spiegato Macovei. Secondo il testo concordato, e che ora dovrà passare all'esame della commissione parlamentare, dell'Aula e del Consiglio Ue, non si potrà usare mai la forza sui bambini per prendere le impronte digitali o immagini facciali, anche se in ultima istanza si apre all'utilizzo di un "grado proporzionale di coercizione".

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