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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nella "Codogno" d'Austria il 42% degli abitanti ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19

E' quanto emerge da uno studio condotto dall'Università di Innsbruck sulla popolazione di Ischgl, centro sciistico che a marzo, nel pieno della stagione turistica, è stato colpito dal coronavirus. E da qui i contagi si sono diffusi in diverse parti d'Europa

È stata la "Codogno" d'Austria, o d'Europa, visto che a quanto ricostruito da qui il coronavirus si sarebbe diffuso in diverse aree dell'Ue. Ma oggi, il 42% della popolazione, quasi 1 cittadino su 2, ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Parliamo di Ischgl, rinomata località sciistica delle alpi austriache, che in tempi normali conta poco meno di 1.500 anime, ma che durante l'alta stagione invernale si riempie di turisti provenienti da tutta Europa, e non solo. E proprio questo sovraffollamento l'ha trasformata a marzo in uno dei principali focolai Ue.

All'epoca, le autorità locali furono accusate di aver sottovalutato i primi segnali di contagio e di aver reagito troppo tardi, impedendo di tracciare i turisti che hanno contratto il virus e che poi lo hanno portato in giro per l'Europa. Ma i ritardi hanno anche consentito una larga diffusione del Covid-19 nella piccola comunità, stando ai risultati di uno studio condotto dall'Università di Innsbruck. Lo studio dell'università ha testato 1.473 persone, quasi l'80% della popolazione di Ischgl, tra il 21 e il 27 aprile e ha scoperto che il 42,2% aveva anticorpi contro il virus nel sangue. "Fino a oggi, questa è la più alta percentuale di individui positivi agli anticorpi in una stessa area del mondo", ha detto ai media austriaci Dorothee von Laer, che ha supervisionato lo studio. 

Von Laer ha aggiunto che solo il 15% di coloro che sono risultati positivi agli anticorpi erano consapevoli di aver contratto il virus, sottolineando ulteriormente l'elevato tasso di infezioni con sintomi lievi o assenti. Lo studio Ischgl ha anche riscontrato un tasso di infezione più basso per i bambini della città. Dei 214 bambini testati, solo il 27 percento portava anticorpi. Von Laer ha aggiunto che, sebbene l'elevata prevalenza di anticorpi tra i residenti della città garantisca alla popolazione una certa protezione, "ciò non implica l'immunità di gregge".

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