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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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“Prestiti sconsiderati a Paesi in difficoltà”, l'erede di Draghi sotto accusa

Una ong inglese punta il dito contro Christine Lagarde, prossima presidente della Bce, che durante i suoi anni alla guida del Fmi avrebbe aperto il rubinetto dei finanziamenti a favore di Stati troppo indebitati e “senza alcun piano di ristrutturazione del debito”

Jubilee Debt Campaign, organizzazione non governativa britannica, accusa il Fondo monetario internazionale (Fmi) di aver infranto le proprie regole in materia di stabilità finanziaria degli Stati ai quali permette di fare debito. Una politica monetaria che “crea un azzardo morale nel sistema del debito sovrano”, accusa Sarah Clifton, direttrice dell’Ong. In vista della riunione annuale del Fmi a Washington, che si terrà la prossima settimana, la Jubilee Debt Campaign accusa l’organismo finanziato da 189 Governie e guidato dal 2011 al 2019 da Christine Lagarde, prossima governatrice della Bce, di aver prestato, assieme alla Banca Mondiale, 93 miliardi di dollari a 18 Paesi con enormi problemi di stabilità e senza prima aver concordato un programma di ristrutturazione del debito.

Il caso Argentina

Gli attivisti citano l'Argentina come il caso più eclatante. Il Fmi ha prestato a Buenos Aires circa 56 miliardi di dollari “per pagare interessi e debiti nell'ultimo anno”. Il prestito è stato erogato nonostante si calcolasse che “i pagamenti del debito estero del Governo argentino fossero pari al 50% delle esportazioni, ben al di sopra della soglia prevista dal Fmi del 21% delle esportazioni”, si evidenzia nello studio.

I prestiti "sconsiderati"

Ma quello della seconda economia del Sud America non è l’unico caso. Tra i 18 “prestiti sconsiderati” erogati dal Fondo ci sono anche quelli a vantaggio di Ucraina, Afghanistan, Pakistan e vari Stati africani (tra cui Egitto, Ghana e Sierra Leone). “Questa pratica rispecchia il precedente in Grecia, in cui i prestiti del Fmi hanno salvato le banche mantenendo la crisi del debito nel Paese”, si legge nel comunicato dell’Ong britannica.

La reazione del Fmi

“L'affermazione che le regole del Fmi sono state violate non è vera”, ha dichiarato al Guardian un portavoce del Fondo. “Abbiamo chiare linee guida per non prestare in situazioni di debito insostenibili e tutti i programmi richiedono l'approvazione del Consiglio di amministrazione dell'Fmi, che rappresenta 189 Paesi”, sottolinea. “Le nostre decisioni di prestito ai Paesi non si basano semplicemente su soglie numeriche - precisa il portavoce - ma su analisi e politiche di sostenibilità del debito necessarie per affrontare gli squilibri economici e gli oneri del debito”. Nell'ambito del prestito concesso, l'Argentina ha deciso di ridurre il suo deficit fiscale all'1,3% del Pil per quest'anno, mettendo tra i suoi obiettivi il pareggio di bilancio per l'anno prossimo.

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