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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Facebook e la privacy: la lezione di Max Schrems che avrebbe reso impossibile Cambridge Analytica

Il giovane avvocato austriaco lotta da 7 anni contro il colosso dei social perorando la protezione dei dati. Se invece di fargli la guerra legale lo avessero ascoltato, oggi non ci sarebbero 87 milioni di profili violati

I fatti, quelli di Cambridge Analytica, gli stanno dando più che mai ragione. Una vittoria che non è per nulla simbolica per Max Schrems, giovane e sorridente avvocato austriaco, che da sette anni ha Facebook e, più in particolare, la sua politica sulla privacy nel mirino.

Tutto è iniziato nel 2011, all'epoca aveva 23 anni e in mano un biglietto per la California, destinazione l'Università di Santa Clara per un semestre di studi in vista delle tesi. Santa Clara vuol dire Silicon Valley e Schrems si è lanciato ad analizzare come i social trattassero il diritto alla privacy in Europa, partendo dal suo caso. 

1.200 pagine di informazioni sul suo conto

Max ha scoperto che la società di Zuckerberg era a conoscenza di tantissime informazioni private degli utenti, che non scomparivano neppure dopo la cancellazione dal social network. In particolare il giovane ricercatore rimase scioccato nell'apprendere che il colosso aveva accumulato 1.200 pagine sul suo conto, rastrellando tutti i suoi 'like' e ogni messaggio privato che avesse mai inviato.

Dopo la tesi, Schrems presenta 22 denunce contro Facebook, sostenendo che il gruppo opera in aperta violazione della legge europea sulla protezione dei dati. Dall'Austria la sua battaglia si estende in tutto il vecchio continente con la piattaforma "Europe versus Facebook" che alza il livello dello scontro portandolo nei Tribunali di mezza Europa.

La class action contro Facebook

Nell'agosto 2014 ben 25mila utenti si affidano al lui per intentare una class action contro il gigante Usa. La Corte Suprema austriaca passa la patata bollente alla Corte di Giustizia Ue che nel dicembre scorso dà una mezza vittoria a Max: può rivolgersi ad un tribunale austriaco intentando una causa contro Facebook per violazione delle norme sulla privacy, ma solo a titolo personale e non per contro di altri, quindi non tramite class action.

La battaglia di Schrems contro Facebook può continuare, ma no alla class action

Chissà che ora, con lo scandalo Cambridge Analytica e gli 87 milioni di profili facebook violati e manipolati, di cui diverse migliaia anche nella Ue, non è che cambi la musica e venga il tempo anche di una class action. 

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