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Venerdì, 26 Aprile 2024
La tragedia / Spagna

Le discoteche dove sono morte 13 persone dovevano essere chiuse da più di un anno

Lo ha reso il Comune di Murcia. Due dei tre locali devastati dalle fiamme avevano ricevuto un'ordinanza di chiusura nel gennaio del 2022

Dovevano essere chiuse nel gennaio 2022, ma nonostante l'ordinanza del Comune hanno continuato a restare aperte. Almeno fino a domenica mattina, quando un devastante incendio le ha distrutte uccidendo 13 persone. È quanto emerso dalle indagini avviate dalla polizia spagnola sulle tre discoteche bruciate a Murcia, in Spagna.

Due di questi locali, La Fonda e Teatre, gestiti dalla stessa società, non erano in regola, ha comunicato l'assessore all'Urbanistica di Murcia, Antonio Navarro, durante una conferenza stampa. Secondo quanto riferito dallo stesso Navarro, la società aveva eseguito dei lavori nel giugno 2019 che avevano portato alla divisione dell'edificio in due discoteche, La Fonda, già attiva dal 2008 e dotata di licenza, e Teatre. 

La divisione non era però stata accettata dall'amministrazione comunale, che non aveva concesso ai due locali il via libera per accogliere il pubblico. Nel gennaio 2022, con un'ordinanza, il Comune aveva espressamente comunicato la cessazione dell'attività per entrambe le strutture. La società aveva presentato ricorso, che però era stato respinto nel marzo del 2022. Per legge, i due locali avrebbero dovuto chiudere i battenti, ma nonostante ciò i proprietari hanno continuato a organizzare eventi privati, come la festa di compleanno della notte tra sabato e domenica che si è trasformata in tragedia.

L'amministrazione sta indagando per accertare eventuali responsabilità interne: secondo Abc.es, lo scorso ottobre era stato inviato un ispettore a verificare che le discoteche stessero rispettando l'ordinanza di chiusura. Evidentemente, qualcosa non ha funzionato nei controlli. 

Intanto, fonti della Corte superiore di Giustizia di Murcia hanno riferito che cinque dei 13 deceduti sono già stati identificati. Lo stato dei cadaveri, gravemente danneggiati dall'incendio, ne rende difficile l'identificazione. La scientifica è riuscita ad accedere alle impronte digitali solo di quattro di loro, mentre si cercano ancora due dispersi. Non sono ancora chiare le cause che hanno scatenato l'incendio. 

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