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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Coronavirus, divieto ai bimbi di uscire: in Europa succede solo in Italia e Spagna

Le passeggiate tra i familiari sono consentite praticamente dappertutto perché fanno bene alla salute mentale. In Olanda addirittura si permette ai piccoli di giocare in gruppi

Restare chiusi in casa per giorni senza poter uscire all'aria aperta non è certo un'esperienza facile, seppur necessaria per frenare la diffusione del coronavirus tra la popolazione. Tra quelli che stanno soffrendo di più di questa situazione sono sicuramente i bambini, così pieni di energia ed abituati ad uscire per correre e giocare con i propri amici. Per questo sta facendo discutere non poco in Italia la scelta di non permettere loro neanche di poter fare una breve passeggiata (cosa che alcuni lamentano venga invece permessa ai cani), una scelta che a quanto pare in Europa al momento è stata seguita soltanto dalla Spagna. Forse è perché siamo i Paesi più colpiti, o forse perché negli altri Stati, dove pure il picco si avvicina, si preferisce affidarsi al buonsenso delle persone.

Al parco sì ma da soli

In Germania “frequentare gli spazi pubblici è permesso da soli, o in compagnia di un’altra persona soltanto, oppure insieme ai propri conviventi”, e quindi ovviamente insieme ai propri familiari e figli. Insomma al parco sì ma stando da soli. Lo stesso vale anche per il Belgio, dove le linee guida affermano che “l'attività fisica all'aperto è consentita e persino raccomandata”, purché ovviamente sia fatta da soli e a debita distanza dagli altri, e inoltre “sono consentite passeggiate alle famiglie che vivono sotto lo stesso tetto”, ricordando sempre però che “è importante mantenere una distanza ragionevole tra le persone”.

Le autocertificazioni in Francia

Anche in Francia, dove pure per uscire è necessaria una autocertificazione, simile a quella in vigore nel nostro Paese, sono permessi “spostamenti brevi, dal limite di durata di un'ora e alla distanza di un chilometro al massimo dal domicilio”, che sono legati “sia all'attività sportiva individuale”, quindi anche qui niente partite a calcio con gli amici ovviamente, “sia a fare una passeggiata ma solo con le persone che vivono nello steso domicilio”. Quindi anche qui con i bambini, ma non solo.

Uscire fa bene alla salute mentale

Il perché è importante consentire ai bambini di uscire lo ha spiegato nel Regno Unito la deputy chief medical officer, Jenny Harries, una degli esperti del governo di Boris Johnson, che in una conferenza stampa ha sottolineato che la salute fisica, dei bambini così come quella delle categorie vulnerabili, non deve andare a discapito della salute mentale. “Bisogna mantenere un equilibrio tra salute fisica e mentale, in quello che per tutti sarà un periodo molto stressante”. Per i bambini “la famiglia e tutti quelli che vivono sotto lo stesso tetto hanno lo stesso livello di esposizione al virus. Insieme possono quindi giocare sia a casa che in giardino, per chi lo ha”. A loro “non diciamo di non andare del tutto fuori casa, ma di farlo in un modo che riduce i contatti sociali”, e questo vuol dire che “con la giusta supervisione anche stare con un amichetto, purché i due stiano a distanza, magari andando in bici tenendosi lontani due metri l'uno dall'altro, va bene e anzi lo incoraggiamo anche”.

In Olanda bimbi anche in gruppo

Addirittura nei Paesi Bassi ai bambini viene permesso di giocare insieme, anche se non sono fratelli e sorelle. “Dai dati al momento disponibili, i bambini sembrano contribuire poco alla diffusione del Covid-19. Pertanto, possono giocare con gli altri se non presentano sintomi compatibili con la malattia come febbre, raffreddore o tosse”, soltanto “i grandi gruppi dovrebbero essere evitati”. Per non parlare della Svezia dove praticamente non ci sono restrizioni per nessuno.

Scuole parzialmente aperte

In Paesi poi come Regno Unito, Belgio ed Olanda le scuole sono rimaste aperte per tutti i figli dei lavoratori di categorie ritenute "essenziali", tra questi ci sono i medici, gli infermieri, gli agenti di polizia, e altri (in Belgio sono anche aperti i nidi per i bambini fino a tre anni). Questo per fare in modo che queste persone non siano costrette a dover pagare una babysitter per prendersi cura dei propri figli, cosa che farebbe anche saltare le misure di distanza sociale, o anche per evitare che i bambini siano lasciati dai nonni, che sono categorie a rischio. A scuola vengono fatti andare anche i bambini di categorie vulnerabili, non a livello di salute ovviamente, ma mentale. Quei bambini ad esempio che avrebbero l'insegnante di sostegno e che da un isolamento forzato e prolungato, potrebbero avere danni psicologici. Questo però solo se in casa loro non ci sono persone a rischio, come anziani o malati.

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