Coronavirus, le lobby della prostituzione chiedono aiuto: "Non riusciamo più a lavorare"
I sindacati di categoria offrono già pacchi alimentari, sussidi economici e sostegno psicologico a chi non riesce ad andare avanti. L'appello per un supporto dagli Stati e dalle istituzioni Ue
Una rete di organizzazioni a sostegno e in difesa della prostituzione in Europa ha invitato i Governi nazionali e le istituzioni dell'Ue a includere le prostitute nei regimi di aiuti sociali ed economici messi in atto per aiutare le persone che non possono lavorare a causa della pandemia di Covid-19.
Solidarietà dei sindacati di categoria
“La situazione è critica”, ha affermato Sabrina Sanchez, rappresentante del Comitato internazionale per i diritti delle lavoratrici del sesso in Europa (ICRSE) e segretaria del sindacato spagnolo Organización de trabajadoras sexuales, OTRAS. Finora, le organizzazioni di categoria si sono organizzate per fornire supporto diretto ai lavoratori distribuendo pacchi alimentari, denaro per coprire l'alloggio e le necessità di base, oltre a offrire supporto psicologico e amministrativo.
"Basta con la logica punitiva"
“Invece di affrontare il lavoro sessuale attraverso una lente ideologica e punitiva, le istituzioni e gli Stati europei devono attuare politiche basate sui diritti”, ha affermato la lobby delle prostitute.
L'allarme
Si avverte inoltre che l'impatto economico della pandemia porterà ad un aumento del numero di donne e di persone LGBTIQ che mettono a disposizione servizi sessuali per compensare la perdita di reddito e pagare i debiti accumulati durante la crisi, come accaduto dopo la crisi finanziaria del 2008.