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Venerdì, 19 Aprile 2024
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In Cina a dicembre i casi di 'influenza' sono stati dieci volte più del normale

L'ultimo mese del 2019 1,2 milioni di persone hanno contratto la malattia, l'anno prima 130mila. Il sospetto è che Pechino abbia sbagliato le diagnosi e individuato in ritardo il Covid-19

I casi di influenza in Cina lo scorso dicembre sono stati dieci volte più del normale, una cifra che fa sospettare che Pechino possa sbagliato le diagnosi e sottovalutato allora l'arrivo del Covid-19.

Casi in forte aumento

Le autorità sanitarie hanno segnalato 1,2 milioni di casi di influenza nell'ultimo mese dello scorso anno, un numero altissimo rispetto ai 130.442 casi registrati nello stesso mese nel 2018, l'anno prima. La cifra è anche quasi il doppio di quella del gennaio 2019, mese di picco dell'anno precedente per i contagi da influenza nel gigante asiatico, quando i casi registrati sono stati registrati 608.511. Come riporta il Times le cifre arrivano dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e sono state analizzate da SindoInsider, un gruppo di consulenza di Taiwan. L'enorme aumento è arrivato proprio nelle settimane prima che Pechino notificasse all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) l'esistenza di una nuova malattia, cosa avvenuta il 31 dicembre.

I sospetti

"Sulla base dei tempi dell'epidemia di coronavirus di Wuhan, abbiamo ragioni per credere che l'esplosione insolita dei casi di influenza a dicembre possa essere dovuta alla diffusione non rilevata del coronavirus", ha sostenuto SinoInsider che ha detto di stimare che "decine di migliaia di persone potrebbero essere state contagiate da Covid-19 entro la fine di dicembre".

Gli altri studi

Questa nuova rivelazione arriva dopo che un altro studio cinese ha messo in discussione le ricostruzioni ufficiali dello scoppio dell'epidemia, affermando che l'origine del contagio non sarebbe stata il mercato di Wuhan e che lo scoppio sarebbe avvenuto all'inizio di dicembre. Un'inchiesta giornalistica dell'Associated Press ha denunciato poi che il governo di Xi Jinping avrebbe ritardato la trasmissione di dati e informazioni sull’allora nuovo coronavirus rallentando il lavoro dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel monitoraggio delle polmoniti anomale e letali che si stavano verificando a Wuhan.

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