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Martedì, 19 Marzo 2024
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Coronavirus, Germania dice no a controllo febbre in aeroporto: "Non serve"

Il ministro della Salute: "Spesso contagio senza sintomi, ecco perché ci asteniamo". Berlino si oppone anche alle restrizioni sui viaggi da Italia e Cina. Unica misura: no a donazioni di sangue da chi arriva dalle zone dei focolai

I casi di coronavirus accertati sono stati finora 18, e l'ultimo sarebbe legato proprio all'Italia. Nonostante questo, la Germania non ha finora imposto restrizioni particolari ai collegamenti con la Cina e con il nostro Paese. Ma non solo: il governo ha deciso di non attuare i controlli sulla temperatura corporea dei passeggeri negli aeroporti. Il motivo? Sono costosi e non servono. 

Lo ha spiegato chiaramente il ministro della Salute tedesco Jens Spahn a margine del mini-vertice Ue sull'emergenza coronavirus svoltosi a Roma: "Nei casi dei rientri dalla Cina, con la misurazione della febbre negli aeroporti - sia in partenza che al rientro - spesso il contagio da coronavirus non veniva riconosciuto, perché si trattava di casi privi di sintomi: per quanto ci riguarda, ci asterremo dunque dalla misurazione della febbre, ma se altri lo fanno lo rispettiamo", ha spiegato Spahn.

Un atteggiamento improntato alla razionalità e a evitare inutili allarmismi. Anche verso chi in questo momento, in Europa, è più colpito dall'epidemia, ossia l'Italia. La Germania, come gli altri Stati Ue confinanti, ha infatti escluso limitazioni ai viaggi da e verso il nostro Paese:  "Pensiamo che in questo momento, adesso, le limitazioni di viaggio o addirittura la chiusura di frontiere non siano misure adeguate, coerenti con le circostanze", ha detto sempre Spahn. Anche nel caso di grandi eventi pubblici, "dovremo decidere non in generale, ma in ogni caso singolo", ha aggiunto.

Se il governo di Berlino dice no a misure dettate dall'allarmismo, questo non significa che non stia facendo nulla per affrontare la situazione: la Croce Rossa tedesca ha annunciato che le persone che hanno recentemente viaggiato in aree con trasmissione locale del virus, come parti del Nord Italia, non potranno donare sangue per quattro settimane.

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