Strasburgo dice sì a riforma copyright e sanzioni a Orban: doppio schiaffo al governo Salvini-Di Maio
Il Parlamento europeo ha approvato le nuove leggi sul diritto d'autore e la richiesta di togliere il diritto di voto in Ue all'Ungheria. Sconfitta per i 5 stelle e la Lega. Pd esulta. Ma adesso la palla passa agli Stati membri
Prima l'ok alla riforma del copyright, con la bocciatura degli emendamenti del M5s contro i cosiddetti “diritti connessi” o “link tax” per i detrattori. Poi, il sì alle sanzioni contro l'Ungheria per violazione delle norme sullo stato di diritto. Nel giro di pochi minuti, il Parlamento europeo ha trovato l'intesa su due testi che hanno sollevato numerose polemiche, dentro e fuori l'Aula. Dando un doppio schiaffo al governo Salvini-Di Maio.
Copyright
Sono gli stessi esponenti del Movimento 5 stelle e della Lega ad ammettere la sconfitta. “Una pagina nera per la democrazia e la libertà dei cittadini”, dice l'eurodeputata M5s Isabella Adinolfi commentando l'ok alla riforma del copyright: “Il Parlamento europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Il testo approvato oggi dall'aula di Strasburgo contiene l'odiosa link tax e filtri ai contenuti pubblicati dagli utenti. È vergognoso. Ha vinto il partito del bavaglio”.
Ungheria
Più o meno le stesse parole usate dal Carroccio per commentare il voto su Viktor Orban: “Le sanzioni contro l'Ungheria votate dal Parlamento europeo sono una pagina bruttissima per la democrazia e l'intera Europa”, dice l'eurodeputata Mara Bizzotto. Che se la prende con il Partito popolare europeo, di cui il leader ungherese è membro: “Che una parte consistente del Ppe si sia prestato a questo linciaggio politico contro uno dei suoi leader, è sotto gli occhi di tutti: spero che Orban, dopo questo affronto, molli il Ppe ed entri a far parte del nuovo blocco identitario e sovranista che stiamo costruendo in vista delle Europee del 2019”.
"Gli amici 5 stelle"
Ma Bizzotto attacca anche quelli che definisce “gli amici dei 5 stelle”: il voto di oggi “crea un precedente pericolosissimo. Dopo l’Ungheria di Orban e la Polonia di Kaczyński e Morawiecki, nei prossimi mesi la sinistra e la Ue metteranno nel mirino anche l’Italia, il nostro governo e il nostro leader Matteo Salvini. Non so se gli amici 5 stelle abbiano compreso questo rischio”.
Esulta il Pd
Soddisfazione invece tra i banchi del Pd su entrambi i fronti. Mentre Forza Italia, e il presidente del Parlamento Antonio Tajani, a caldo hanno preferito esprimere la loro soddisfazione per il voto sul copyright, sorvolando sulla questione spinosa di Orban: “La direttiva sul diritto d'autore è una vittoria per tutti i cittadini. Oggi il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale", ha scritto su Twitter Tajani.
Esultano anche gli editori italiani: “Quella di oggi è una vittoria per la libertà, come espressione di un libero dibattito democratico e della creatività della persona. Questo è il diritto d'autore: rappresenta la libertà ed esprime l'identità europea", dice il presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi.
Ora la palla agli Stati
Il voto del Parlamento europeo, comunque, non avrà effetti immediati. Tanto la riforma del copyright, quanto le sanzioni all'Ungheria dovranno essere discusse ed eventualmente votate dal Consiglio Ue, ossia dagli Stati membri. Il rischio di stravolgimenti e ribaltamenti è più che concreto. Resta comunque il dato politico, soprattutto in casa del Ppe. E anche nei rapporti di “amicizia”, per usare le parole di Bizzotto, tra Lega e M5s.