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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Stecche legate ai lastroni di ghiaccio dalla Bielorussia e gommoni carichi di bionde dai Balcani: le mille vie del contrabbando di sigarette

Nuove e vecchie rotte alimentano un traffico illegale che colpisce la salute degli europei e gli introiti fiscali dei 28. Bruxelles propone come antidoto un sistema di tracciabilità, l'industria un altro. Due modelli, zero efficacia e i contrabbandieri ringraziano?

Stecche di sigarette attaccate a blocchi di ghiaccio che galleggiano lungo il fiume Neris dalla Bielorussia alla Lituania scoperte a inizio febbraio o i più classici gommoni che trasportano pacchetti dall'Albania e dal Montenegro alla Puglia, le vie del contrabbando di bionde continuano a puntare la Ue mentre Bruxelles fatica a mettere in piedi una strategia efficace per contrastare questo commercio illecito.

In fumo 11 miliardi di euro e migliaia di persone all'anno

Un traffico che, secondo stime relative al solo 2015, ha privato i governi dell'Ue di oltre 11 miliardi di euro di gettito fiscale, una cifra che secondo gli analisti è ulteriormente aumentata da allora. Oltre ai mancati introiti per gli erari pubblici, c'è da contare l'effetto sanitario, con i 700.000 morti contabilizzati ogni anno nella Ue per malattie legate al fumo, un numero gonfiato dal traffico illegale.

Tracciabilità made in Ue entro maggio 2019

Gli sforzi di Bruxelles per contrastare il contrabbando di sigarette si sono fino ad ora scontrati con il gioco, mai pulitissimo, dell'industria del tabacco. La direttiva Ue del 2014, tra le varie cose impone, alle aziende produttrici di conformarsi a un nuovo sistema di tracciabilità entro maggio 2019. Il sistema, i cui atti delegati e di esecuzione sono stati rilasciati a dicembre, ha lo scopo di controllare il flusso del tabacco in tutte le fasi della catena di approvvigionamento. Secondo il documento, ogni stato membro dovrà nominare un "emittente ID" incaricato di creare e assegnare codici ID per i pacchetti ed assicurarne quindi la tracciabilità.

Il sistema alternativo dell'industria

L'intesa sostituisce un precedente accordo anti-contrabbando siglato tra la Commissione Ue e il gigante Philip Morris International, scaduto nel 2016 e criticato per aver permesso un eccessivo coinvolgimento dell'industria nella gestione delle iniziative anti-traffico illegale. E mentre Bruxelles approvava il suo sistema, le aziende hanno invece spinto perché la tracciabilità dei propri prodotti avvenga attraverso un sistema alternativo chiamato "Codentify".

Sviluppato dalla stessa Philip Morris, quindi concesso gratuitamente a tre altre grandi società, il Codentify è sotto la responsabilità di un'organizzazione 'indipendente' Inexto, indipendente sì, formalmente, ma gestita da ex rappresentanti dell'industria del tabacco. 

Due sistemi zero efficacia?

L'esistenza di un doppio sistema, quello voluto dalla Commissione e quello promosso dall'industria, getta un'ombra sull'efficacità delle misure europee anti-contrabbando. Un'ombra che prende forme importanti se si guarda ai precedenti delle grandi firme di sigarette: nel 2004, per fare solo un esempio, Philip Morris chiudeva una disputa pluriennale con la Ue, legata al suo ruolo nel contrabbando di bionde, sganciando la bellezza di 1,25 miliardi di dollari, 1,01 miliardi di euro, come compensazione all'erario comunitario. British American Tobacco si è invece vista recapitare una multa di 650.000 sterline nel Regno Unito. 

Con queste credenziali, Bruxelles si può fidare del sistema che vuole l'industria? La questione resta aperta, mentre mancano solo 15 mesi perché scada il termine per l'implementazione del sistema di tracciabilità. 

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