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Mercoledì, 27 Marzo 2024
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Il mercato degli animali esotici dove è esplosa l'epidemia che spaventa il mondo

A Huanan, nella città cinese di Wuhan, principale focolaio del contagio, era possibile trovare le razze più strane per soddisfare anche le richieste culinarie più insolite

Volpi, coccodrilli, cuccioli di lupo, salamandre giganti, serpenti, pavoni, istrici o cammelli. Si poteva trovare praticamente qualsiasi razza di animali nel mercato Huanan, a Wuhan, la città della Cina di 11 milioni di abitanti dove sarebbe partita l'epidemia del coronavirus che sta spaventando il Paese e il mondo intero. La malattia ha già causato la morte di 41 persone, principalmente nella provincia dell'Hubei, dove si registrano centinaia di casi.

Dagli animali agli uomini

Il virus, battezzato 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) è stato identificato nella città per la prima volta l'anno scorso e si ritiene sia passato dagli animali agli esseri umani. E molti pensano che il primo animale infetto provenga proprio dal mercato Huanan che adesso è stato chiuso. Il 61enne che è stato la prima vittima della malattia era un cliente abituale del mercato in cui si potevano trovare le specie più strane perché, come afferma un detto, i cinesi si vantano di mangiare "tutto ciò che ha quattro zampe tranne i tavoli, tutto ciò che nuota tranne le barche e tutto ciò che vola tranne gli aerei".

Il precedente della Sars

L'epidemia di Sars, che ha ucciso quasi 650 persone in Cina nei primi anni 2000, fu contagiata si crede inizialmente da uno zibetto, un piccolo mammifero vicino alla martora che si trovava comunemente nei mercati di Canton (sud). In linea di principio vietato al consumo, come racconta l'Agenzia France Presse, l'animale figurava tuttavia in un elenco di 112 prodotti offerti in vendita da uno dei commercianti nel mercato di Wuhan. E questa passione per questi cibi strani è un pericolo per la nazione. Wang Yuedan, professore di immunologia dell'Università di Pechino, ha spiegato a Bloomberg che la preferenza della Cina per la carne fresca ed esotica rende il Paese "suscettibile al rischio di nuovi focolai di virus attraverso stretti contatti tra animali e umani". Come per la Sars "lo stesso vale per l'Ebola, che è il risultato del consumo di animali della foresta in Africa", ha affermato il professore.

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