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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Caos turismo, Ue ammette: “Non abbiamo poteri contro accordi bilaterali”. E l'Austria alza il muro con l'Italia

Nel suo pacchetto approvato oggi, Bruxelles mette in chiaro di poter solo "consigliare" i Paesi sulla riapertura ordinata delle frontiere. Un contesto che rischia di isolare gli Stati mediterranei, danneggiati anche dalle limitazioni al traffico aereo

L’Unione europea procede verso la stagione turistica più incerta della sua storia, in un contesto che rischia di tagliare le gambe al 10% della sua economia dipendente dal traffico dei vacanzieri. In una dichiarazione di principi adottata oggi dal Collegio dei commissari, l’esecutivo europeo ha di fatto ribadito quanto già dichiarato in occasione delle prime chiusure delle frontiere interne Ue, durante le prime caotiche settimane di epidemia. Gli Stati sono invitati a prendere decisioni “sulla base dei dati epidemiologici” e a riaprire le frontiere tra loro laddove queste siano “comparabili” tenendo conto della “proporzionalità della misura” e del “principio di non discriminazione”. 

In attesa della mappa del contagio

Quest’ultimo può essere declinato in tanti modi, ma per Bruxelles significa che “quando uno Stato membro decide di consentire il viaggio nel suo territorio”, “dovrebbe farlo in modo non discriminatorio, consentendo il viaggio da tutte le aree, regioni o Paesi dell'Ue con condizioni epidemiologiche simili”.  I primi a riaprire tra loro le frontiere dovrebbero essere quei Paesi che hanno “una situazione epidemiologica comparabile” secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che sta sviluppando una mappa dei livelli di trasmissione dei virus nell’Ue che fornirà informazioni sia alle autorità pubbliche che agli operatori dei trasporti e ai fornitori di servizi.

Via libera agli accordi bilaterali

Informazioni sulla base delle quali gli Stati possono decidere di riaprire le frontiere. Ma, come afferma il diritto Ue e come ribadito più volte dai commissari in conferenza, Bruxelles non ha poteri di apertura o chiusura al passaggio dei turisti, specie quando vi è in gioco la tutela della salute. Motivi che legano le mani all’Ue di fronte all’accordo - già siglato tra Parigi e Londra - di riaprire il traffico tra le due sponde del Canale della Manica, in deroga alle norme sulla quarantena. I turisti britannici potranno così recarsi nelle spiagge mediterranee francesi, ma non in quelle italiane, a meno che il Governo di Roma stringa un simile accordo con il Regno Unito.

L'Austria riapre i confini, ma non con l'Italia

Lo stesso vale per l’Austria, che ha deciso di riaprire i confini con i Paesi vicini nelle prossime settimane. Ma “ci vorrà un po' più di tempo” per recarsi nel Paese confinante a sud, l'Italia, e in altri luoghi di vacanza classici come la Spagna e la Grecia”, ha detto la ministra del Turismo, Elisabeth Kostinger. “Il traffico aereo rimarrà molto limitato”, ha sottolineato Kostinger, preannunciando un’estate all’insegna degli spostamenti su gomma o in treno. Tenendo conto della situazione dei contagi, il primo Paese al quale Vienna intende riaprire il confine è la Germania. Kostinger, pur definendo l’approccio comune a livello europeo “assolutamente auspicabile”, ha precisato che ciò non significa “che apriamo tutti i confini allo stesso tempo, ma che elaboriamo le stesse regole”.

Estate 2020, tra corridoi e sensi unici

Regole enunciate oggi dalla Commissione, ma sotto forma di mere “raccomandazioni” e “linee guida”, che non impediranno di certo, ad esempio, la creazione del “corridoio turistico” che potrebbe portare i tedeschi sulle spiagge croate, per mezzo di una rete di accordi bilaterali tra Germania, Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia. “Gli Stati membri possono decidere solo sulle proprie frontiere, ma noi raccomandiamo che i Paesi confinanti si mettano d’accordo”, si limita a precisare la commissaria agli Affari interni, la svedese Ylva Johansson, non escludendo nemmeno la possibilità di aperture ‘a senso unico’. Il Portogallo, tecnicamente, senza consultarsi con Madrid potrebbe - ad esempio - aprire al traffico di turisti provenienti dalla Spagna, ma senza consentire ai propri cittadini di recarsi oltreconfine. 

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