rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Capitale della droga / Belgio

La guerra tra narcos a due passi dal Parlamento europeo

A Bruxelles quattro fucilate e un'esecuzione nel giro di 48 ore. La lotta per il controllo del territorio tra gang internazionali all'ombra dei palazzi del potere dell'Ue

Quattro sparatorie nel giro di 48 ore, anche in pieno giorno e tra la folla. L'ultima, alle prime luce del mattino, ha lasciato a terra un morto. È una vera e propria guerra tra narcos quella che è scoppiata nel cuore di Bruxelles, all'ombra dei palazzi dell'Unione europea e della Nato. 

Dalle periferie ai quartieri più centrali, la violenza dei gruppi criminali in lotta per il controllo del territorio non sembra diminuire. I numeri sono impressionanti: nel 2023, ben 130 persone sono rimaste ferite e 7 sono state uccise in episodi connessi al traffico di stupefacenti. Le cronache parlano di torture efferate, rapimenti, intimidazioni e corpi crivellati di proiettili. Come quello di uno spacciatore ucciso mercoledì 14 febbraio in place Jacques Franck, nella zona di Saint-Gilles, dove vivono tantissimi funzionari delle istituzioni Ue. Del resto, da qui il Parlamento europeo dista circa due chilometri, e anche Commissione e Consiglio Ue sono a poca distanza.

Jean Spinette, sindaco di Saint-Gilles (che da un punto amministrativo è uno dei comuni della regione di Bruxelles-Capitale), ha lanciato l'allarme: "C'è una sensazione di totale impunità - dice alla tv belga Rtl - La gente ha paura. Gli spacciatori girano in auto per il quartiere a tutta velocità, sparando per aria". Come successo martedì 13 febbraio,  quando una donna è stata investita da una vettura in fuga da una sparatoria: "Era con la nipote e le strade erano pieno di persone. Sembrava di essere in un film di Luc Besson", racconta ancora il sindaco.

Secondo quanto emerso in questi anni da diverse indagini, Bruxelles è diventata un importante hub del commercio di droga in Europa. La cocaina sbarca dal Sudamerica nei vicini porti di Anversa e di Rotterdam attraverso i canali gesti dalla 'ndrangheta e dalla mafia albanese. La stessa mafia albanese si occupa di portarla nei laboratori di Bruxelles, dove viene tagliata per poi essere smerciata nelle strade della capitale europea o trasportata in altri Paesi Ue. Nella capitale europea operano, oltre alla mafia albanese, anche gruppi criminali legati ai clan di origine nordafricana, che a loro volta sarebbero legati a doppio filo con i signori della droga di Marsiglia, in Francia. 

L'anno scorso, una maxi inchiesta ha portato alla sbarra circa 120 persone accusate di gestire il traffico di droga a Bruxelles. Non è chiaro se la guerra scoppiata in questi giorni sia riconducibile al vuoto di potere provocato dalle indagini e dagli arresti della polizia. "Purtroppo è come il mito di Sisifo. La polizia arresta gli spacciatori, ma ci sono sempre altri dealer pronti a sostituirli perché queste reti reclutano persone che non hanno nulla da perdere", dice sconsolato Spinette. 

Ad alimentare il fenomeno, c'è anche il largo consumo di droga nella città, tra i giovani ma anche tra i colletti bianchi. L'anno corso, il sottosegretario all'Urbanistica della Regione di Bruxelles, Pascal Smet, denunciò pubblicamente il fatto che "molte persone che lavorano per l'Unione europea assumono droghe". Qualche settimana fa, la polizia ha fatto irruzione nell'ufficio della ministra dell'Istruzione Caroline Desir: un suo collaboratore aveva nascosto nei cassetti dell'ufficio 50 bustine di cocaina. Il sospetto è che le usasse per rivenderle a funzionari e politici che frequentavano il ministero. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La guerra tra narcos a due passi dal Parlamento europeo

Today è in caricamento