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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brexit, l'allarme dell'UE: “Progressi insufficienti, stallo preoccupante sui conti del divorzio”

Il capo negoziatore Barnier al termine del quinto round di trattative: “May ha detto che onorerà gli impegni economici presi, ma non è in grado di dare cifre”. Londra insiste sull'apertura delle discussioni anche sulla nuova relazione tra Londra e Bruxelles

I negoziatori dell'Unione europea e del Regno Unito “hanno lavorato in spirito costruttivo e chiarito alcuni punti”, ma “non sono stati fatti molti passi avanti”. Al termine del quinto round di trattative il capo dei negoziatori dell'Ue, Michel Barnier, ha denunciato soprattutto una “impasse preoccupante” per quanto riguarda la questione del conto del divorzio tra Londra e Bruxelles.

Nel discorso di Firenze, ha ricordato il francese, “May ha affermato che onorerà gli impegni presi come Stato membro”, e questo è “un impegno importante”, ma questa settimana ha fatto sapere “che non è ancora pronta a precisare” le cifre che è disposta a mettere sul piatto e quindi l'argomento “non è stato presente nei negoziati se non a livello tecnico”. Insomma “siamo in uno stallo estremamente preoccupante”, ha affermato senza mezzi termini Barnier precisando che al Consiglio europeo della settimana prossima non potrà chiedere ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Bruxelles “di aprire le discussioni sulla futura relazione”, tra Ue e Regno Unito.

Progressi insufficienti

Il suo mandato negoziale sul punto è chiaro: solo quando ci saranno “progressi sufficienti” sull'accordo per il divorzio, si potrà cominciare a parlare della nuova relazione. Ma Londra insiste perché le due cose vadano di pari passo. La “posizione” del capo negoziatore dell'Ue per la Brexit “è definita dal Consiglio Europeo”, e alla prossima riunione “ci piacerebbe che gli dessero i mezzi per ampliare i negoziati", ha chiesto il capo negoziatore per il governo britannico David Davis.

Le altre due questioni principali sul tavolo al momento sono i diritti dei 3 milioni di cittadini della Ue residenti nel Regno Unito (fra cui circa 600 mila italiani), e di oltre un milione di cittadini britannici residenti negli altri 27 paesi della Ue, e l'accordo del Venerdì santo per la pace in Irlanda del Nord. Sul primo le parti si stanno avvicinando ma alcune questioni chiave restano da chiarire. Innanzitutto il ruolo della Corte di Giustizia Ue che Bruxelles vuole sia garante dei diritti degli europei sull'isola, cosa che a Londra non va giù, e poi “la possibilità del ricongiungimento familiare per gli europei nel Regno Unito, e la possibilità di godere anche all'estero dei benefici sociali acquisiti nel Paese”, ha specificato Barnier.  

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