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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Brexit, al via le registrazioni dei cittadini Ue. Ma si teme un nuovo caos

Lo scorso anno centinaia di immigrati caraibici ricevettero un foglio di via per irregolarità burocratiche oltre 50 anni dopo il loro ingresso nel Paese. Ora, il timore è che possa accadere anche agli europei

Lo scorso anno lo "Scandalo Windrush" creò un vero e proprio terremoto politico nel Regno Unito che culminò nelle dimissioni dell'allora Segretario di Stato agli Interni Amber Rudd. In seguito ad alcune inchieste del Guardian si scoprì che centinaia di immigranti (ma il numero preciso non è mai stato rivelato) della cosiddetta generazione Windrush, caraibici giunti nel Regno Unito negli anni '50 e '60, erano stati espulsi o minacciati di espulsione dopo che si era scoperto che erano entrati in Gran Bretagna senza documenti validi. Persone arrivate da bambini, che dopo una vita passata studiando e lavorando nel Regno Unito erano ormai adulti con figli e spesso anche nipoti, si vedevano all'improvviso definire immigrati irregolari e ricevevano un foglio di espulsione.

Il settled status

E adesso c'è chi teme che lo stesso destino possa essere un giorno riservato agli europei che regolarizzeranno la loro posizione di immigrati nel Paese prima della Brexit. Da oggi i circa 3,5 milioni di cittadini Ue, di cui circa 600 mila italiani, possono fare domanda per ottenere il "settled status", una sorta di permesso di soggiorno permanente che dovrebbe rimanere valido anche dopo il divorzio di Londra dall'Ue. Le voci critiche sostengono che migliaia di cittadini europei potrebbero finire per rimanere senza i requisiti legali necessari, se le loro domande non verranno processate rapidamente.

L'"EU Settlement Scheme" prevede la concessione della residenza post-Brexit a quei cittadini dell'Ue che ne facciano richiesta entro il 30 giugno 2021: i richiedenti dovranno provare la propria identità utilizzando il proprio passaporto e un'app sul cellulare - parte di un processo integrato on-line, ma che al momento è disponibile solo per il sistema operativo Android - dal costo di 65 sterline per gli adulti e 32,5 sterline per i minori di sedici anni (circa 84 e 42 euro rispettivamente).

L'allarme delle Ong

Secondo le ong tuttavia il sistema può funzionare per le persone che sono consapevoli della sua esistenza e hanno le capacità tecnologiche, ma gli anziani, coloro che non parlano inglese o che vengono sfruttati e tenuti lontani dalla comunità potrebbero trovarsi in difficoltà. E se anche solo il 5% dei residenti (circa 3,5 milioni di persone) dovesse avere problemi nel presentare la domanda, questo significherebbe che 175mila persone potrebbero trovarsi privi di un status legale nel Paese.

"I cittadini dell'Ue che non pagheranno per richiedere lo status regolare entro il 2021 perderanno il diritto di vivere nel Regno Unito e diventare irregolari”, ha spiegato Chai Patel, direttore delle politiche legali del consiglio congiunto per il benessere degli immigrati, secondo cui "questo è un grosso ostacolo nel rispettare la promessa del governo che ogni cittadino europeo attualmente nel Regno Unito sarà il benvenuto dopo la Brexit. Con l'addebito di una tariffa e fissando un limite di tempo per le domande, il governo sta facendo in modo che alcune persone non ottengano uno status regolare”.

Per Patel "con 3-4 milioni di persone che devono registrarsi, ciò significa creare decine o centinaia di migliaia di migranti privi di documenti da un giorno all'altro. I poveri, gli anziani, persone con malattie o disabilità saranno particolarmente colpiti dal fatto che il governo non sta mettendo da parte risorse sufficienti per aiutarli”.

Le rassicurazioni del governo

Il governo britannico ha sottolineato dal canto suo di aver appreso la lezione dello scandalo Windrush e ha assicurato che darà sostegno ai richiedenti attraverso una serie di strumenti che comprendono traduzioni, un call center telefonico ad hoc e assistenza a domicilio per coloro che hanno mobilità limitata; anche le ambasciate europee forniranno assistenza ai propri cittadini. In un test condotto alla fine dell'anno scorso erano state presentate 29.987 domande, di cui 27.211 hanno già ricevuto risposta positiva e senza che si sia registrato alcun respingimento.

A presentare domanda possono essere i residenti in Gran Bretagna per cinque anni ininterrotti; coloro che non hanno cinque anni di residenza possono richiedere un visto temporaneo fino al raggiungimento del quinquennio, quando potranno presentare regolare domanda. I richiedenti dovranno provare la propria identità, fornire una fotografia (tramite l'app) e dichiarare eventuali condanne giudiziarie: le autorità controlleranno quindi i dati relativi all'impiego e ai benefit sociali per confermare l'effettiva residenza, mentre tutte le domande saranno esaminate dalle forze di sicurezza.

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