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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brexit, il premier spagnolo: “Farei un secondo referendum”. E l'Ue prepara i piani di emergenza

L'intesa tra Bruxelles e Londra è ancora lontana e il vertice straordinario per la firma dell'accordo potrebbe saltare. Intanto, anche i laburisti si dividono sull'uscita del Paese dall'Unione

L'intesa sulla Brexit tra Ue e Regno Unito è ancora lontana, o almeno cosi' pare stando alle dichiarazioni dei negoziatori di Bruxelles. Tanto che il vertice straordinario di novembre, nel corso del quale si sarebbe dovuto firmare l'accordo, potrebbe saltare. Anche per questo, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha invitato la collega britannica a indire un secondo referendum:  "Se fossi Theresa May, indirei un secondo referendum, non ho dubbi", ha detto Sanchez a Politico. 

Il “consiglio” di Sanchez

Sanchez ha confermato che Londra e la Ue sono "sul punto di firmare un accordo di transizione". Ma, ha aggiunto, "mi piacerebbe vedere il governo britannico indire un secondo referendum. Non voglio dire ora, ma in futuro, così che possano rientrare nella Ue. In un altro modo, ma tornare nella Ue".

L'intervento del premier spagnolo è il terzo intervento di un leader europeo per chiedere una nuova consultazione referendaria sulla Brexit. A settembre era stato il premier maltese, Jospeh Muscat, a chiederlo in un'intervista alla Bbc. Alle parole di Muscat avevano fatto eco, sempre ai microfoni della Bbc, quelle del premier ceco Andrej Babis. 

Laburisti spaccati

Intanto, nel Regno Unito crescono le pressioni per “fermare” la Brexit. Pressioni che dividono anche i laburisti. Se il leader Jeremy Corbyn aveva detto nei giorni scorsi che l'uscita dall'Ue non poteva essere evitata, oggi il collega di partito, nonché ministro ombra per la Brexit, Keir Starmer, sostiene la tesi opposta: “La Brexit può essere fermata - ha affermato Starmer -. Ma la vera domanda è, quali sono le decisioni che dovremo prendere nelle prossime settimane e mesi?". E poi ha spiegato: "La decisione numero uno è sull'accordo, la decisione numero due è, se l'accordo viene bocciato dovrebbero esserci le elezioni?. E la decisione numero tre è, se non ci saranno le elezioni tutte le opzioni devono essere sul tavolo, inclusa l'opzione di un voto pubblico”. 

I seminari di Bruxelles

Nell'attesa di conoscere cosa accadrà nei prossimi mesi, l'Ue si prepara a tutti gli scenari, da venerdì, a Bruxelles, si terrano una serie di seminari di alto livello sulla Brexit, organizzati dalla Commissione europea, e rivolti ai 27 Stati membri, per illustrare i piani di emergenza in caso di mancato accordo, e per preparare i Paesi al divorzio, anche in uno scenario di intesa.
Secondo quanto l'Ansa ha appreso da fonti europee, il blocco Ue continuerà a prepararsi allo scenario di “no deal”, fino a quando un eventuale accordo raggiunto tra i 27 e Londra non verrà ratificato anche dalla Camera dei Comuni britannica e dal Parlamento europeo.

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