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Sabato, 20 Aprile 2024
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Fonti Ue: "La Brexit rinviata al 2021". E Theresa May non smentisce

Sempre più insistenti le voci di una proroga dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. A meno che il Parlamento britannico non scongiuri il fantasma di un no deal

"Possiamo ancora lasciare l'Ue entro il 29 marzo". La frase sibillina, detta da Theresa May ai giornalisti durante il volo che la portava in Egitto per prendere parte al summit tra la Lega Araba e l'Ue di Sharm El Sheikh, sembra essere l'indiretta conferma di quanto, dalle parti di Westminster, sembra sempre più probabile: il Regno Unito potrebbe chiedere di rinviare la Brexit. A quando?

Rinvio tra i 3 mesi e i 2 anni

Secondo il Daily Telegraph, la premier May potrebbe chiedere un'estensione di 2-3 mesi, il che di fatto aprirebbe le porte alla partecipazione del Regno Unito alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Con il conseguente rischio di un'ulteriore dilazione della permanenza britannica nell'Ue.

Secondo il Guardian, poi, che ha raccolto le testimonianze di alti funzionari Ue, la Brexit potrebbe essere posticipata persino al 2021. E questo perché Bruxelles, nell'eventualità di una richiesta di Londra di una proroga di due mesi, non accetterebbe il rischio di accettare un'estensione limitata per poi vedersi riproporre in estate lo stesso caos cui si sta assistendo in queste settimane.  Con il parlamento britannico che continua a bocciare l'accordo negoziato dalla premier britannica Theresa May con l'Ue. Per questo, ha detto una fonte diplomatica Ue, "una proroga di 21 mesi ha senso in quanto coprirebbe il quadro finanziario (il periodo del bilancio Ue) e renderebbe la cose più semplici" rispetto a una "una proroga tecnica di tre mesi".

Le pressioni interne ed esterne

Che non si tratti di bufale, lo ha confermato anche l'incontro di questa mattina tra la premier May e la cancelliera tedesca Angela Merkel, dove si è appunto parlato della possibilità di un rinvio della Brexit. E soprattutto lo ha detto chiaro e tondo Tobias Ellwood, non uno qualunque ma il ministro della Difesa del governo May: "Rinviare l'uscita? Aspettiamo il ritorno della premier e vediamo cosa avrà da dire. Io confido che accada, visto che non è nell'interesse di nessuno" una Brexit senza accordo.

Il problema è proprio questo: a Londra è sempre più vasto il fronte di quelli che si oppongono a un'uscita "disordinata" del Regno Unito dall'Ue. Se sventolare il no-deal aveva un senso ai fini tattici, ora che la data della Brexit si avvicina sempre più, emergono con forza le pesanti ripercussioni economiche di un tale esito. La chiusura della sede britannica della Honda è suonato come l'ultimo campanello di allarme

Adesso le ipotesi in campo sono 2: o il Parlamento britannico trova un accordo per scongiurare il no deal entro il 12 marzo, data scelta per il voto sul testo di accordo con l'Ue (nuovo o vecchio che sia). O a quel punto la proroga della parmanenza nell'Ue sarà pressoché inevitabile. 

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